All’interno nello spazio Balena alla Triennale di Milano, una piccola mostra poetica racconta l’incontro di 100 designer con 100 bambini degenti nei reparti pediatrici di alcuni ospedali o ospiti in alcune case-famiglia e scuole milanesi, torinesi e pescaresi.
di Claudia Barana
Un incontro della durata di 2/3 ore durante il quale l’obiettivo ultimo era divertirsi insieme ai bambini creando qualcosa di bello che fosse un pupazzo antropomorfo o un giocattolo di qualsiasi altra tipologia, trasportabile, “strepitoso” e soprattutto frutto della fantasia del bambino a partire da materiali, oggetti, cianfrusaglie scelte dal designer e trasportate in una sorta di valigia dei tesori, contenitore dell’ispirazione. Due ore piene di creatività che hanno dato vita a numerosi giochi unici, divertenti, capaci di ispirare i visitatori verso nuove creatività.
Tra i cento designer, Daria Casciani ha raccontato la sua esperienza con due bambine incontrate all’Ospedale Sacco per la sessione di brainstorming creativo e di realizzazione di RiSOLina, ConSOLina e SOLitario, tre creature solari che vivono in una foresta immaginaria e si ricaricano di energia solare tramite il pannello che hanno sulla testa e si illuminano la sera appena fa buio.
Foto di Daria Casciani
Cosa avevi messo in valigia?
DC: Strumenti, attrezzi, arnesi, sistemi non pericolosi e a prova di bimbo per poter costruire insieme la nostra “Creatura”; una quantità spropositata di “materiali insoliti e oggetti bizzarri” perché non avevo idea del bimbo con cui avrei lavorato. Avevo selezionato elementi di risulta, di scarto e oggetti naturali raccolti all’aria aperta; dai contenitori in plastica porta sapone a scarti di lavorazioni di prototipi fino ai piccoli pannelli solari ciascuno in grado si alimentare un LED colorato. Le lavorazioni più pericolose o “sporcanti” le ho fatte a casa qualche giorno prima, perché non avevo modo di portare in ospedale il ferro da stiro per la plastificazione delle foglie e il saldatore per realizzare i circuiti dei LED. Ma tutta la fase creativa di brainstorming, l’assemblaggio, la decorazione e il “test di funzionamento” è stato fatto insieme alle bimbe incontrate.
Quali sono state le modalità di lavorazione?
D.C.: Il tempo è stato molto poco e soprattutto è stato necessario superare il primo impatto con una sconosciuta e la sua valigia misteriosa. Dopo un primo quarto d’ora per rompere il ghiaccio, conoscersi ed entrare in confidenza, abbiamo subito aperto la valigiona ed iniziato ad estrarre i materiali che attiravano di più l’attenzione. Ho giocato/lavorato con due bimbe più o meno della stessa età, 5 o 6 anni, completamente vestite di rosa confetto e questo è evidente nei colori che loro stesse hanno scelto per decorare le creature. Erano ricoverate per alcuni problemi alla gola e anche questo si vede dal fatto che i personaggi inventati hanno diverse sciarpine sul collo e cerottini sul corpo!
Il tesoro della valigia che ha suscitato più interesse?
D.C.: Il pannello solare che accendeva i vari LED colorati e le diverse foglie, sia quelle di plastica sia quelle vere plastificate.
Come avete lavorato insieme?
D.C.: La parte di creazione vera e propria è iniziata combinando i vari pezzi a disposizione, pasticciando con le diverse parti, incastrando e incollando: abbiamo quindi inventato la storia di queste creaturine che vagano nella foresta immaginaria alla ricerca di Sole per nutrirsi di luce e illuminarsi di notte. Mentre io cercavo di far stare tutto insieme e di farlo funzionare le bimbe hanno scelto i colori, le decorazioni, gli accessori e soprattutto l’espressività delle creature.
In occasione del finissage della mostra, i giocattoli saranno venduti all’asta e il ricavato sarà devoluto a Amani, associazione non profit che da 20 anni si prende cura dei bambini più soli in Kenya e Zambia.
Il progetto nasce da un’idea di Alessandro Guerriero, Sebastiano Ercoli e Alessandro Garlandini de ilVespaio e Linda Ferrari in collaborazione con i laboratori tenuti dalla Scuola Tam Tam.
Hanno aderito i reparti pediatrici dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini, dell’Ospedale Luigi Sacco e dell’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, la Casa Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, l’Ospedale Regina Margherita e CasaOZ di Torino. Si sono tenuti anche laboratori presso la Scuola Dadà di Milano, con Officina cambiodidestinazione di Pescara, presso la libreria per bambini di Milazzo con o2 Italia.
In fase organizzatova, nuovi workshop a Messina, Torino e Bologna.
Fino all’11 settembre
Triennale di Milano
Viale Alemagna 6 – tel. +39.02.724341