La notte tra il 26 – 27 settembre di un anno fa nella città di Iguala, stato del Guerrero Messico, scomparivano nel nulla 43 studenti e 3 ragazzi venivano uccisi.
Andrea Cegna,
tratto da Radio Onda D’Urto
La folle notte di rapimento e morte fu condotta dalla polizia municipale di Iguala coadiuvata dai gruppi del narcotraffico locale e con l’esercito federale che osservava a distanza senza intervenire. I 43 studenti colpiti, attaccati e repressi erano studenti della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa.
Le scuole normali rurali hanno una storia lunga e fanno parte della tradizione di lotta post rivoluzione del 1910 nel Messico. Da sempre sono luoghi di formazione alternativi, luoghi di formazione che permettono al mondo rurale e indegeno messicano di non perdere la loro storia. Per questo le scuole normali rurali sono da sempre oggetto degli attacchi del governo. Basti pensare che dopo il massacro di piazza delle tre culture a Città del Messico del 1968 molte di queste scuole vengono fatte chiudere.
Forse non è un caso che il nuovo attacco repressivo sia avvenuto proprio durante una delle iniziative di raccolta fondi degli studenti di Ayotzinapa per poter andare al corteo in ricordo del 2 ottobre. Dall’inizio della cosìdetta guerra al narcotraffico iniziata dal governo Calderon nel 2008 sono quasi 30000 i casi di sparizione forzata nel paese. Il caso di Iguala è un caso però emblematico per dimensione e per arroganza. L’assalto ai camion dei normalisti viene fatto davanti agli occhi di molti testimoni. Dopo 365 giorni, e alla vigiglia di un nuovo grande corteo a Città del Messico previsto per domani, la verità e la giustizia su quella notte sono ancora lontane.
A novembre e gennaio La procura generale della repubblica ha reso pubblica la loro verità storica. Verità che da prima non è stata accettata dai movimenti messicani, poi è stata smentita sia dagli studi del Gruppo d’Antropologia Forense Argentino, e poi dal Gruppo Interdisciplinare di Esperti Indipendenti dei diritti umani dell’americalatina. La lotta per il ritrovamento dei 43 non si è mai fermata. E assieme alla lotta anche la repressione.
Dopo che il Gruppo Interdisciplinare di Esperti Indipendenti ha reso pubblico il loro studio i genitori avevano chiesto un nuovo incontro con Pena Nieto, presidente del Messico. Pena Nieto è considerato il vero responsabile della vicenda, vicenda che rappresenta in tutto e per tutto le relazioni strette tra potere politico, militare ed economico con i gruppi del narcotraffico. Uno studio ha dimostrato come in Messico ben 7 politici su 10 vengono eletti con il voto dei narcos.
I genitori all’incontro hanno sottoposto al presidente otto punti. Il tema centrale delle richieste verte sulla creazione di una nuova indigine che assuma le ricerche del guei come punto di partenza, e che cessino immediatamente gli attacchi repressivi nei confronti della lotta per i 43 studenti.
Pena Nieto non si è reso disponibile su nessuno degli 8 punti e ha definito la verita scientifaca del Gruppo Interdisciplinario Esperti Indipendenti (GIEI) da “verificare”. Pena Nieto dice che darà mandato ad una squadra di alto livello per rivalutare le prove in possesso alla PGR ma che questo gruppo sarà costruito dal governo.
Abbiamo intervistato Omar Garcia, portavoce degli studenti della Scuola Normale Rurale di Ayotzinapa, Carla Foppa, ricercatrice e giornalista, e Federico Mastrogiovanni, giornalista.