Di Fernando Leon de Aranoa, con Benicio Del Toro, Tim Robbins, Mélanie Laurent, Olga Kurylenko, Fedja Stukan, Sergi Lopez. Nelle sale dal 10 dicembre.
di Irene Merli
Da qualche parte nei Balcani, nel 1995. L’inizio degli accordi di pace di Dayton dovrebbe significare la fine della terribile guerra tra ex yugoslavi. Ma il lavoro da fare, in quelle terre martoriate, è ancora tanto.
Lo sanno bene Mambru e B., veterani del soccorso umanitario di assistenza ai confini, solerti bonificatori che solcano da anni le strade sterrate della Bosnia sui loro quattroruote gemelli. Con l’avvento di una francesina al primo incarico, l’aiuto dell’interprete Damir e l’arrivo improvviso della fascinosa Katja, un vecchio flirt di Mambru ora diventata capomissione, il gruppo di lavoro si infoltisce.
Tutti insieme dovrebbero rimuovere un ingombrante cadavere da un pozzo di acqua potabile, un’operazione di normale amministrazione per poter ridare acqua a un villaggio popolato soprattutto da vecchi e bambini. Ma manca una corda abbastanza robusta per tirarlo fuori.
E in breve la storia si complica fino a rivelarsi una missione impossibile, tra mine da evitare (quando una mucca morta interrompe la strada bisogna capire da che parte passare per non saltare in aria), regole burocratiche, rapporti personali intricati, un ragazzino coinvolto loro malgrado e svariati incidenti di percorso.
Alla fine la corda la si troverà, ma utilizzata nel peggior modo possibile. E sarà la pioggia a risolvere il problema, non gli sforzi dei nostri antieroi, che cercano pazientemente di rimettere ordine nel caos provocati da Altri, lontani e molto più potenti.
Basandosi sul romanzo in parte autobiografico di Paula Farias, medico di Médicins sans frontières, intitolato “Dejarse Llover” (Lascia che piova). De Aranoa mette in scena una commedia amara sulla guerra e le sue conseguenze. “Perfect Day “ è infatti un un racconto realistico ed emblematico, sostenuto da un’ottima sceneggiatura che alterna in modo molto equilibratp momenti divertenti e improvvise svolte drammatiche, ben ancorata a terra e in cui tutto torna senza che se ne avverta la meccanica, ampiamente giusticata dal tema del film.
Senza buttarsi in discorsi “alti” e didaliscalici, il regista spagnolo parla del dramma della guerra meglio di tante immagini dal fronte, trattando di relazioni tra uomini che cercano di disfare una matassa tragicamente aggrovigliata dal destino, ma con toni quasi sempre leggeri, brillanti. E senza nessun patetismo.
Il cast internazionale, in stato di grazia, conferisce un forte valore aggiunto a un film che vuol essere un doveroso omaggio a chi sta dalla parte giusta, rischia la vita e spesso non ottiene alcun riconoscimento, restando però fedele alla poetica di piccoli momenti e piccole cose. Proprio come come ne “I lunedì al sole”, bella prova precedente di de Aranoa.
Attenzione anche alla bella colonna sonora rock, dove Lou Reed la fa da nume tutelare, pur non essendoci la sua splendida “Perfect day”…