Chiudono Misna, voce degli ultimi

Misna è una fonte di notizie. Quello che molti che fanno questo mestiere sanno è che spesso dai più reconditi angoli c’è una notizia che arriva proprio da lì, un nome che abbiamo imparato tutti a conoscere per la buona informazione. Ieri, 18 dicembre, la notizia a freddo sui redattori e giornalisti di Misna: chiudere entro il 31 dicembre. Ci pare cosa giusta pubblicare le considerazione dei giornalisti e della federazione della stampa romana. Oltre a inviare la solidarietà ai lavoratori e lavoratrici da parte della Q Code Crew.

 

L’Assemblea dei giornalisti della Misna apprende oggi – con meno di un mese di preavviso – la decisione improvvisa degli Istituti missionari editori di chiudere la testata al 31 dicembre 2015.

La redazione, con i collaboratori e i traduttori, è sconcertata per un grave errore, compiuto in un momento più che mai delicato per l’informazione da e con i Sud del mondo. E richiama l’azienda alle sue responsabilità nei confronti di un’agenzia di stampa che da 18 anni racconta quelle “periferie” del mondo, non solo geografiche, tanto care a Papa Francesco.

I giornalisti stigmatizzano l’assenza di proposte concrete da parte dell’editore e il rifiuto alla manifestata disponibilità della redazione di considerare soluzioni in grado di affrontare le crisi aziendali che facciano leva sugli ammortizzatori sociali disponibili. Questo, unitamente ad altri segnali, ci conferma una mancanza di volontà che riflette una crisi più ampia, e ancor più grave, poiché investe ideali e motivazioni. Non si possono non rilevare inoltre macroscopici errori che hanno progressivamente minato il futuro editoriale dell’agenzia. Dall’errata valutazione di un mercato in rapida evoluzione, alla lentezza nell’intervenire sui settori di bilancio,sempre e comunque nell’assenza di un dialogo più volte auspicato dai giornalisti.

A queste gravi responsabilità e alla discutibile assenza di visione si è aggiunta una crisi che sta colpendo in modo particolarmente duro l’editoria cattolica, spazzando via piccole realtà ‘non allineate’ – riviste, testate e radio – impegnate a raccontare il mondo, dando voce a persone e contesti altrimenti ai margini della grande informazione . Contro questa prospettiva sempre più concreta anche per noi, richiamiamo l’attenzione di tutti e sollecitiamo una volta di più l’azienda a intraprendere ogni iniziativa utile, per salvare la ‘voce degli ultimi’, che rischia di spegnersi.

***GIUBILEO DELLA MISERICORDIA: CHIUDE MISNA***ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA.
Doveva essere il Giubileo della Misericordia. Non lo sarà per i redattori di Misna. I padri missionari, proprietari dell’agenzia, hanno deciso di chiudere entro la fine dell’anno. Misna ha in tutti questi anni illuminato le periferie del mondo e ha costituito preziosa fonte di contatti per le aree di crisi più lontane nel mondo. La perdita di posti di lavoro in questo caso significa la fine dei contatti in zone del mondo come Africa e Asia, in cui la democrazia non attecchisce, non si radica, è solo un miraggio. Avviene tutto questo quando la spinta di Papa Francesco ad evangelizzare in modo nuovo il mondo sembra aver svegliato le coscienze. Per salvare Misna Stampa Romana aveva proposto altre strade, pur nel quadro di un bilancio in rosso, che passava anche dal sacrificio economico dei colleghi. Il sindacato chiede oggi un sussulto di orgoglio ai padri missionari e l’intervento della Cei. Sarà un Natale molto amaro per i colleghi e le loro famiglie. Il Segretario Lazzaro Pappagallo