[author] [author_image timthumb=’on’]http://www.buongiornoafrica.it/wp-content/uploads/2012/06/raffa01.jpg[/author_image] [author_info]di Raffaele Masto. Faccio il giornalista e lavoro nella redazione esteri di Radio Popolare. Nei miei oltre venti anni di carriera ho fatto essenzialmente l’inviato. In Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa, continente nel quale viaggio in continuazione e sul quale ho scritto diversi libri dei quali riferisco in altri spazi del blog www.buongiornoafrica.it. Insomma, l’Africa e gli africani, in questi venti anni, mi hanno dato da vivere: mi sono pagato un mutuo, le vacanze e tutto ciò che serve per una vita di tutto rispetto in un paese come l’Italia.[/author_info] [/author]
Un mese di silenzio e finalmente l’annuncio del ministro per gli affari speciali della Nigeria: esponenti della famigerata setta islamica Boko Haram stanno negoziando un cessate il fuoco con il governo federale. Il ministro si è affrettato ad aggiungere che le trattative sono in corso con i “veri leader” della setta, lasciando intendere che evidentemente all’interno dl gruppo si è prodotta una spaccatura e che una delle due parti non è favorevole ai negoziati e ad una intesa di cessate il fuoco con il governo.
Dopo l’annuncio non sono stati forniti altri particolari e dunque si attende la prova dei fatti: se gli attacchi e gli attentati al nord cesseranno (o diminuiranno drasticamente) effettivamente il governo ha trattato con leader riconosciuti del gruppo.
Come si è giunti a quella che in molti in Nigeria hanno definito una resa di Boko Haram che è una formazione integralista, che non accetta mezze misure e compromessi.
Tra l’altro una trattativa, per l’armamentario ideologico di Boko Haram, è totalmente inaccettabile e inconcepibile. Questo gruppo infatti considera qualunque contaminazione con gli infedeli, intesi come occidentali miscredenti, un peccato imperdonabile. Per capire di cosa stiamo parlando bisogna sapere che i militanti di Boko Haram non credono alla sfericità della terra perchè il Corano non ne parla mai, respingono qualunque cosa provenga dall’occidente: farmaci, vaccini, alimenti, vestiario, libri. Hanno lanciato una campagna di uccisioni e distruzioni di strutture sanitarie per evitare che i bambini del nord venissero vaccinati contro la poliomielite.
Ecco, questi personaggi oggi si sono piegati ad una trattativa, stanno seduti allo stesso tavolo con gli infedeli dei quali non possono sopportare la vicinanza. Ecco perché in Nigeria si parla di una resa di Boko Haram e gli elementi per pensarlo ci sono tutti. Oltre un mese fa infatti il presidente federale Goodlook Jonathan ha lanciato una mega offensiva militare inviando nei tre stati nord orientali della Nigeria (la patria storica di Boko Haram) migliaia di soldati, carri armati, blindati, addirittura elicotteri da guerra e aerei. Nello stesso tempo aveva offerto ai militanti una amnistia. Il risultato di questo doppio intervento è la trattativa che sarebbe in corso con un cessate il fuoco considerato già effettivo.
In tutto questo resta un dubbio. Boko Haram (o parte di esso) è stato piegato ad una trattativa o a una sorta di resa. Ma i finanziatori e sostenitori di questo gruppo? Non sfuggiva a nessuno il fatto che in un paio di anni questo gruppo è passato dalle spedizioni con bastoni e machete a vere e proprie azioni di guerra con armi automatiche e esplosivo. Evidentemente politici del nord, lobby economiche, gruppi di influenti generali avevano interesse alla destabilizzazione di una Nigeria che oggi a capo del governo federale ha un uomo del Sud, Goodlook Jonathan, che è un civile di religione cristiana e per giunta della ricca regione petrolifera del Delta. Un uomo del Sud che ha già detto di volersi ricandidare in un paese la cui storia è dominata da giunte militari al governo espressioni dei potentati economici, politici e religiosi del Nord.
Non è una questione di potere fine a se stesso, è una questione economica: il nord è povero, desertico, poco popolato. Il sud è ricco e ha il petrolio. E’ l’eterno contrasto della Nigeria che va ancora in scena.