del Paese, o quantomeno solo un quarto della popolazione
si dice aperto verso i musulmani. Eppure nella cattolica Cracovia, su 761 mila abitanti, poche centinaia credono in Allah
di Joshua Evangelista,
articolo originariamente pubblicato su cafébabel
A poche centinaia di metri dall’elegante Rynek Główny, la piazza del mercato che primeggia sulla città vecchia, alcuni signori indiani di religione musulmana guardano confusi verso un palazzo giallo. Sono a Cracovia per affari ed essendo venerdì vorrebbero pregare. Qualche giorno fa hanno trovato su internet l’indirizzo di una moschea e così hanno deciso di visitarla. Eppure, una volta raggiunto il civico, davanti a loro trovano solo un anonimo edificio con il portone serrato.
Dopo un’attesa piuttosto lunga, un ragazzo dall’aspetto mediorientale attira il loro sguardo. Si dirige verso il portone e lo apre. Decidono di seguirlo e dopo essere scesi nello scantinato e aver attraversato alcuni stretti corridoi, raggiungono una stanza umida e buia, dove una dozzina di persone sta pregando. A Cracovia i luoghi di culto per musulmani si presentano così. Del resto il centro islamico di cui stiamo parlando ha deciso di togliere l’insegna dopo l’aumento di aggressioni nei confronti dei fedeli. Come quando, alcuni mesi fa, i muri del palazzo che ospita il centro sono stati imbrattati da scritte offensive e islamofobe, che invocavano una nuova guerra agli “infedeli” dopo la battaglia austro-turca che si consumò a Vienna nel 1683, quando i polacchi combatterono gli ottomani.
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L’immagine in apertura è una fotografia di Juan López tratta da Flickr in CC