di Cora Ranci
Questa sera i francesi potranno conoscere la storia della strage di Ustica. La pay tv Canal Plus manderà in onda l’inchiesta “Crash d’Ustica: une bavure francaise?” (un errore francese?) realizzata da Emmanuel Ostian. Un video documentario della durata di 50 minuti in cui la vicenda del DC-9 Itavia abbattuto nel 1980 viene raccontata dall’inizio alla fine. Già, proprio dall’inizio, perché nonostante la Francia sia da tempo sospettata di essere responsabile per la strage, questa storia, oltralpe, non la conosce quasi nessuno.
In quel “quasi nessuno” è compreso l’ex ministro della Difesa Hervé Morin, che davanti alle telecamere di Canal Plus appare disorientato. “Strage di Ustica? Onestamente non mi dice nulla”. Trentacinque anni fa, un aereo civile italiano con a bordo 81 persone è stato abbattuto da un missile – gli spiega il giornalista autore dell’inchiesta. Nel 2007, quando Morin era ministro, l’ex presidente della Repubblica italiano, Francesco Cossiga, che all’epoca del fatto era capo del governo, ha detto che sono stati i francesi, per errore, nel tentativo di abbattere un mig libico su cui viaggiava il colonnello Gheddafi. Alzata di spalle, smorfia che esprime presa di distanza. «Et alors?». Nulla da dire, insomma. E poi, stiamo parlando delle parole di un uomo in pensione, aggiunge.
Non va molto meglio con l’ex presidente Valery Giscard D’Estaing, che alle ripetute richieste nega con una gentile ma ferma lettera l’invito a essere intervistato sulla questione. Senza dare però alcuna spiegazione.
Ostian bussa anche alle porte dei Servizi segreti, addentrandosi in quel torbido di vero-non vero che conosciamo bene quando ci riferiamo ai cosiddetti “misteri italiani” (anche se di misterioso, in realtà, è rimasto ben poco). Intervista Francesco Pazienza, ex numero due del Sismi del generale Santovito, noto piduista. Reminder: molto vicino a Licio Gelli, Pazienza ha scontato 10 anni per aver depistato le indagini sulla strage del 2 agosto alla stazione di Bologna. Insomma, questa fonte non è affatto attendibile. Ma anche costui segnala la pista francese, che arriva diritta ad Alexandre De Marenches, ex capo dei servizi parigini. È morto anche lui, ma già nei primi anni ’70 aveva auspicato agli americani (per sua stessa ammissione, in diretta tivù) l’eliminazione fisica di Gheddafi.
Nel 1980, al tempo della strage di Ustica, il colonnello dava ancora parecchio fastidio ai francesi. Già dagli anni ’70 la Libia cercava di ampliare la sua sfera di influenza in Ciad, rivendicando il possesso della striscia di Aouzou, ricca di uranio e da tempo contesa tra i due paesi. Gheddafi stava insomma mettendo in discussione i confini coloniali nel Sahel, creando pericolosi precedenti in un’area strategica per la Françafrique. E all’interno del Ciad numerose fazioni nordiste caldeggiavano il progetto di unione tra i due paesi. Pochi giorni prima dell’abbattimento del DC-9, il leader ribelle Goukouni aveva stretto un accordo di amicizia e difesa con Gheddafi che di fatto legittimava la presenza militare libica in Ciad.
La strage di Ustica, insomma, potrebbe essere un tragico accident de parcours? Sono proprio queste le parole con cui De Marenches ha liquidato la vicenda della Raibow Warrior, la nave di Greenpeace affondata deliberatamente dai servizi francesi nel 1985 negli atolli neozelandesi, dove gli ambientalisti si stavano mobilitando contro i test nucleari di Parigi. L’attentato uccise il fotografo Fernando Pereira, padre di due bambini.
Quel che sappiamo, da tempo, è che la base militare corsa di Solenzara probabilmente non era chiusa, la sera della strage di Ustica, come ha invece a lungo sostenuto Parigi. Lo hanno detto ex avieri francesi interrogati dai magistrati della Procura di Roma attraverso rogatoria internazionale già due anni fa.
Secondo le dichiarazioni ufficiali, inoltre, nessuna portaerei francese si sarebbe trovata in zona. L’inchiesta di Canal Plus mostra invece un documento da cui si evince che la portaerei Foch si trovava attiva nel Mediterraneo il 27 giugno 1980, il giorno della strage di Ustica. È questa effettivamente una novità da verificare e di cui chiedere conto al governo francese, come auspicato dalla presidente dell’associazione parenti delle vittime Daria Bonfietti.
Un estratto dell’inchiesta di Canal Plus pubblicato da Repubblica.it
E poi c’è la registrazione radar, che parla chiaro. Sono quasi le ore 21, e il pilota del volo Itavia aveva già annunciato in tutta calma ai passeggeri l’imminente arrivo a Palermo. Due tracce in arrivo da nord-ovest arrivano nei pressi del DC-9, sotto la cui pancia si stava nascondendo un altro aereo. Erano forse decollati dalla Corsica? Poco dopo, il DC-9 viene abbattuto. Un mig libico verrà ritrovato, tre settimane più tardi, sfracellato sui monti della Sila. Il corpo del pilota già in via di decomposizione. L’ipotesi più accreditata, e sostenuta anche dall’inchiesta di Canal Plus, è che il mig in realtà fosse stato abbattuto proprio la notte della strage di Ustica, in quell’azione militare di intercettamento che fu fatale per gli 81 passeggeri innocenti del volo Itavia. (è di settimana scorsa l’ennesima sentenza civile che ha riconosciuto la validità di questo scenario)
Gli interrogativi sono ancora tanti, poche le risposte finora date dalla Francia, dove il muro di gomma sembra assai resistente. Anche in Italia, in più occasioni, ci volle la televisione per risvegliare la consapevolezza nazionale rispetto a una vicenda che i depistaggi dell’Aeronautica Militare erano riusciti a far piombare nel silenzio per quasi un decennio. Resta da vedere se, da domani, sarà più difficile o no per le autorità di Parigi disinteressarsi a questa vicenda.
Per approfondire:
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