L’autrice danese Regitze Illum ha ideato un gioco di fantascienza per capire i rifugiati, che sabato 2 aprile si è giocato per la prima volta in italiano a “Play – Festival del gioco” di Modena
di Giulia Bondi
(Tratto da Redattore Sociale)
La meta sognata per mettersi in salvo si chiama “Cultura” ed è una federazione al centro della galassia, caratterizzata da un elevato benessere e frontiere molto difficili da attraversare. Il mezzo di trasporto è un’astronave “che ha visto giorni migliori”. I pericoli sono meteore e buchi neri, e l’unica speranza di arrivare è affidarsi a trafficanti senza scrupoli. L’ambientazione riprende i topoi della letteratura e della cinematografia di fantascienza, ma nella trama del gioco “A thousand stars and no home”, ideato dall’autrice danese Regitze Illum, è impossibile non riconoscere le sfide che si trova davanti chi fugge da una guerra in cerca di asilo in Europa.
Dopo essere andato in scena con successo in Danimarca, dove i giochi di ruolo dal vivo con finalità educative hanno una storia trentennale, il gioco è arrivato per la prima volta in Italia, a Modena, sabato 2 aprile alle 18, all’interno dell’ottava edizione di “Play – Festival del gioco”.
“Ho deciso di creare questo gioco ispirandomi a una storia che avevo letto sul giornale: la vicenda di un profugo in fuga attraverso il Sahara, e poi il Mediterraneo”, racconta l’autrice. “Quando ho cominciato a chiedermi come potevo raffigurare quegli spazi immensi e inospitali, ho avuto l’idea di spostare la narrazione nello spazio”. Regitze Illum , che non è nuova alla creazione di giochi su temi sociali, ha impiegato oltre cinque mesi di lavoro per realizzare le 220 pagine che descrivono ii personaggi, l’ambientazione e il meccanismo di gioco.
“Ho cercato un equilibrio tra realismo e intrattenimento – continua Illum – per fare in modo che chi gioca possa provare a comprendere almeno in parte le emozioni di chi è costretto a fuggire. Quando abbiamo presentato il gioco a Fastaval, una convention che in Danimarca è arrivata alla 30esima edizione, tutti sono rimasti molto coinvolti. E un paio di giovani giocatori sono venuti a dirmi, al termine dell’esperienza, che avevano cambiato opinione rispetto alle persone rifugiate”.
“A thousand stars and no home” arriva in Italia grazie all’idea del giocatore e game designer italiano Andrea Castellani, esperto di gioco di ruolo dal vivo. “Andrea ha partecipato a uno dei nostri eventi in Danimarca, e per lui abbiamo creato un personaggio che potesse parlare in inglese”, racconta l’autrice. “Poi, man mano che l’argomento rifugiati diventava sempre più attuale, abbiamo concretizzato insieme l’idea di tradurre il gioco e portarlo all’estero”.
Alla traduzione in inglese del manuale di gioco hanno collaborato decine di volontari, coadiuvando l’autrice, la cui disabilità le impedisce di passare al computer più di un paio d’ore al giorno. Regitze Illum non potrà essere presente alla messa in scena italiana, che verrà invece condotta da suo marito, Malik Hyltoft, uno dei massimi esperti internazionali di gioco di ruolo dal vivo e tra gli ospiti d’onore del festival modenese, che quest’anno dedica diversi appuntamenti al gioco a tema educativo e sociale.
Il gioco intero, compresi i momenti di preparazione, dura circa 8 ore per chi desidera partecipare interpretando i ruoli dei fuggiaschi. Si può scegliere di interpretare personaggi che parlano italiano o inglese. Altri due eventi più brevi si intrecciano nelle stesse ore negli spazi della ex Manifattura Tabacchi di Modena messi a disposizione dagli organizzatori di Play. Chi partecipa a questi eventi interagisce comunque con i profughi, ma nei panni delle guardie di frontiera, per lo più corrotte, che sorvegliano i confini delle galassie. Il gioco è consigliato a un pubblico adulto che abbia un minimo di conoscenza del gioco di ruolo o dell’ambiente fantascientifico.