C’è sempre un prima e un dopo. L’importante è che uno non cancelli l’altro. Lo sport paralimpico riparte senza Oscar Pistorius.

di Max Cignarelli

Non per dimenticare quello che lui ha fatto nel mondo dello sport e, più in generale, della disabilità. Per mostrare invece che «nuove stelle crescono nell’assenza di Pistorius», come dice il presidente del Comitato Par…alimpico Internazionale, Philip Craven.

È cosi che a mio avviso ci vuole un po’ liberare di tutte le polemiche su Pistorius che ha davvero diviso l’opinione pubblica, un personaggio molto discusso su cui Craven sembra voler tagliar corto preoccupato un po’ del fatto che il ricordo del sudafricano allenti la passione del pubblico verso le paraolimpiadi.

L’accusa a Pistorius riguardava il presunto vantaggio mai dimostrato del tutto scientificamente che le sue protesi gli avrebbero dato, protesi che erano di fatto le sue gambe.

Tutto comincia il 13 gennaio 2008 quando la Federatletica mondiale respinge la richiesta di Pistorius di gareggiare con i normodotati: «Un atleta che utilizzi queste protesi al carbonio ha un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) nel confronto con chi non usa le protesi». Ma quattro mesi dopo, il 16 maggio, il Tas, che è la cassazione dello sport mondiale, ribalta la sentenza, autorizzandolo a gareggiare a Pechino, perché «al momento non esistono elementi scientifici sufficienti per dimostrare che Pistorius tragga vantaggio dall’uso delle protesi».

Nel 2012 è proprio Pistorius che vinse una medaglia d’argento nei 200 a scatenare la polemica .

Il sudafricano contestò le protesi portate a Londra dai suoi principali rivali, il brasiliano Alan Fonteles (che poi ha vinto l’oro sui 200) e l’americano Blake Leeper. Il sudafricano sostiene che i due velocisti abbiano alzato di 5 cm. l’altezza delle lamine il che favorirebbe un maggiore compasso.

Anche in tal caso Pistorius si attrasse antipatie anche da parte di alcuni giornali sportivi, Pistorius divise anche le associazioni per disabili e i disabili stessi.