di Valentina Calista
Quando la cena è pronta, nei nostri piatti
s’apre la danza delle nostre intese terrestri.
La passeggiata – breve – dona sapore al sogno
estivo che ci ha scoperte in viaggio,verso Istanbul.
Poi, Gerusalemme bianca ci aspetta. Le sue braccia
sono terra e avorio, ulivi radicati nelle preghiere di secoli.
Ci pieghiamo alla differenza con le mani più strette,
l’una nell’altra, poi l’una nell’altra ancora. La mia paura
legata da una litania al tuo antico dolore di nascita.
Nei piatti i colori sorseggiano le nostre amarezze,
le gioie delle nere iridi che silenziose si dilatano.