Q Code Mag lancia i suoi prodotti editoriali digitali
di Angelo Miotto e Christian Elia
Finalmente possiamo scriverlo. Sbarchiamo nell’editoria dei libri digitali con un primo lavoro dedicato al Parkinson e alla danza. Il primo di una serie che stiamo costruendo per dare un’occasione in più di lettura, una modalità differente rispetto alle tante voci che abbiamo saputo costruire. Mentre ci avviciniamo al 10 giugno, la data del nostro terzo compleanno.
Il giornale che c’è e che non dovrebbe esserci. È Q Code Magazine, che in quasi tre anni ha pubblicato 4500 articoli, organizzato incontri con i nostri Q Code Café, partecipato a Festival e lanciato iniziative nel campo della città e della fotografia. E lo facciamo tutti, ma proprio tutti, da volontari. Perché sentiamo una passione, perché sentiamo un dovere.
Da oggi abbiamo una piccola e valorosa collana di ebook che tiene a battesimo la sua prima pubblicazione, firmata da Giulia Bondi e con le foto e video di Germana Lavagna. È un lavoro sul Parkinson e la danza.
A Bassano del Grappa, anziani e malati di Parkinson danzano insieme nelle sale del Museo civico, tra quadri di Tiepolo e statue di Canova.
Il metodo che utilizzano è nato in Olanda, dall’idea e dall’impegno di Marc Vlemmix, danzatore malato di Parkinson, e del suo collega Andrew Greenwood.
Le storie dei danzatori di Bassano e di Rotterdam si intrecciano con le voci del coro polifonico Le Nuvole, di Carpi, anch’esso formato da pazienti di Parkinson, che cantando recuperano mimica facciale e senso del ritmo.
Da poche ore si può comprare anche su Amazon, su Kobo o su BookRepublic ed Apple.
Abbiamo scelto di provare a pubblicare con un prezzo, abbordabile, per iniziare a dare un valore economico a quello che facciamo. Per iniziare, con le nostre forze, a vedere riconosciuto almeno in piccola parte il valore del lavoro di Q Code Mag: è una necessità perché non abbiamo trovato, a oggi, un modello di business accettabile o sufficiente per una realtà editoriale verticale.
Per questo, mentre celebriamo la prima uscita di questo nostro essere editori, vogliamo ringraziare tutti i nostri collaboratori, quelli più assidui come quelli che sono apparsi anche una sola volta, perché quello che ci accomuna è una spinta ideale verso qualità e profondità, una lettura se possibile lenta, una proposta di taglio, la perseveranza e la tenacia che ci contraddistingue.
Adesso contiamo su di voi, sulla capacità di aver costruito una comunità anche sui nostri social network, per dare la giusta diffusione a questi prodotti.
È un nuovo inizio, un passo in avanti in un percorso sicuramente faticoso, ma spesso entusiasmante di questo giornale.
Siamo editori. E lo siete anche voi nell’atto di diffusione di questi lavori nei cerchi concentrici delle nostre relazioni, in un passaparola che può diventare più potente dei normali circuiti di investimento pubblicitario.
Siamo editori e lo siete anche voi, perché questi prodotti hanno un costo non solo di competenza e scrittura, editing e multimedialità, ma anche di impaginazione, grafica e distribuzione. E vi chiederemo presto di sostenerci con una raccolta fondi dal basso.
Un grazie a tutti quelli che credono nel giornale che non dovrebbe esserci, ma invece c’è.