Sono sempre le storie protagoniste del festival. A volte visionarie, altre più vicine alla vita quotidiana, altre ancora che raccontano momenti che l’hanno fatta, la storia appunto, e ciclicamente si ripresentano, come un cerchio che prova a chiudersi, ma che spesso riapre solo delle ferite.
di Alessandro Rocca
E’ il caso del bel film “DEATH IN SARAJEVO” di Danis Tanović. La storia è ambientata all’Hotel Europe di Sarajevo che è in fermento per la preparazione del gala dell’Unione Europea in onore del centenario dell’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando. Lo staff è però scontento e sta organizzando uno sciopero, dal momento che non viene pagato da due mesi, proprio per la sera del gala. Se questa prestigiosa cena politica fallisce, l’hotel, già ipotecato, sarà chiuso dalla banca. Il manager Omer non ha tempo per fermare lo sciopero, perciò chiede aiuto a un boss di nome Enzo, che gestisce lo strip club nel seminterrato dell’hotel. E’ così che il rappresentante dello staff responsabile dello sciopero presto scompare.
La capo receptionist Lamija, bella e competente, cerca di far andare tutto liscio in vista del grande evento. Le cose si fanno complicate quando sua madre Hatidza, della lavanderia, è eletta a capo della rivolta. Nel frattempo gli uomini dei servizi segreti, chiusi nel seminterrato, spiano un noto attore francese, ospite vip che dovrà presentare lo spettacolo serale, chiuso nella sua stanza a fare le prove.
Sul tetto dell’hotel, la giornalista televisiva Vedrana conduce interviste per lo speciale del centenario. Tra i suoi ospiti c’è Gavrilo Princip, l’omonimo discendente dell’assassino dell’Arciduca. Gli atteggiamenti politici dei suoi ospiti conducono a litigi molti violenti. Dal tetto al seminterrato, passando per la reception, la lavanderia e la cucina, le tensioni crescenti trasformano l’Hotel Europe in un’ideologica pentola a pressione.
Unico film italiano in concorso è “I FIGLI DELLA NOTTE” di Andrea De Sica. Figlio di Manuel De Sica, musicista e compositore di colonne sonore recentemente scomparso e nipote del grande Vittorio, Andrea De Sica è alla sua opera prima.
Questo film narra di Giulio, 17 anni, che viene spedito da sua madre, in partenza per un lungo viaggio di lavoro, in un collegio frequentato da altri rampolli di ricche famiglie, problematici proprio come lui. Una sorta di “prigione dorata”, isolata tra le Alpi dell’Alto Adige, a cui genitori inadeguati delegano il compito di formare la classe dirigente di domani. In questo luogo freddo e spettrale i ragazzi sono tagliati fuori da tutto, niente visite e niente uscite, persino l’uso di internet e dei cellulari è limitato a pochi minuti al giorno.
A prendersi cura della classe di Giulio è Mathias, un educatore che sembra conoscere molto bene i desideri e le paure di quei giovani. Sopravvivere alle rigide regole del collegio è dura, Giulio però trova un amico, Edoardo, che forse è un po’ fuori di testa, ma che sembra essere il più in gamba di tutti. I due diventano inseparabili, e insieme scoprono che di notte la rigida sicurezza del collegio abbassa la guardia; inizia così una serie di fughe verso un luogo proibito nel cuore del bosco che circonda il collegio, un locale notturno dove Giulio ed Edoardo conoscono Elena, una giovane prostituta, il cui destino sarà indelebilmente legato a quello dei due ragazzi.
La notte è uno spazio di libertà e il terreno di esperienze nuove ed inquietanti per Giulio ed Edoardo, le cui traiettorie sono tuttavia attratte da polarità opposte. Presto però la realtà interrompe il flusso onirico di queste notti che sembrano non avere fine. I ragazzi scoprono che la trasgressione fa parte dell’offerta formativa e che il collegio sa tutto del locale e delle uscite notturne. Esisterà una via di fuga dal futuro che le famiglie e il collegio stanno preparando per loro?
Il film ricorda in alcune atmosfere e inquadrature il capolavoro di Stanley Kubrick “Shining”, e le musiche, dello stesso Andrea De Sica, rendono ancor più inquietanti i paesaggi e le vicende dei giovani.
“SAM WAS HERE” di Christophe Deroo, è forse uno dei film a più alta tensione di tutto il festival. California, Deserto del Mojave, 1998. Uno strano bagliore rosso appare nel cielo.
Sam, un venditore porta a porta di una quarantina d’anni, viaggia attraverso le poche aree abitate del deserto californiano alla ricerca di nuovi clienti, ma sembra non esserci nessuno. Oltretutto, neppure sua moglie risponde al telefono. È come se tutti lo stessero evitando. Quando la sua auto si guasta, Sam si ritrova prigioniero di quell’ambiente vuoto e ostile.
Solo e senza il minimo contatto umano per giorni interi, ascolta ininterrottamente un talk show sull’unica stazione radio del posto. Il presentatore, un uomo di nome Eddy, riceve le chiamate dagli ascoltatori, i quali condividono le loro preoccupazioni su un killer di bambini che sembra essere a piede libero nella zona. Nel frattempo, Sam inizia a essere psicologicamente turbato dalle strane minacce che riceve sul cercapersone. A poco a poco, la gente ritorna e cerca di ucciderlo. Sam è diventato un obiettivo ed è costretto a difendersi. Finisce però per perdere la testa, colto da paranoiche crisi di identità. È davvero l’assassino che tutti cercano o lo stanno spingendo a diventarlo?