di Alice Bellini
È sempre più difficile che la mia scrittura si soffermi sulle città.
Ho bisogno di aria. Di aperto. Di natura che vibra sotto i piedi. I polmoni e gli occhi e l’anima chiedono nutrimenti più rudimentali. Viaggi in tempi remoti, dove la terra era terra e basta: questa la mia costante ricerca.
Ma a Barcellona non ho fatto fatica. La mia macchinetta non stentava a scattare e la mia mente non arrancava per trovare il sorriso.
Qui è come se tutto diventasse un po’ più piccolo, un po’ più semplice, un po’ più umano. Un po’ più naturale.
Gli alberi imbrigliano il cielo in giochi artistici quasi più affascinanti delle belle luci di Natale. E il mare mitiga l’aria invitando il sole a uscire un po’ di più. I colori cascano negli occhi fantasia dopo fantasia. E il cuore batte un ritmo più tranquillo tra queste strade così piene di passione.
La vita è calma. La vita è natura. C’è spazio per questo mondo a Barcellona. C’è spazio per questi passi che hanno bisogno di un po’ di radicamento, per questa mente che ha bisogno di un po’ di riflessione, per questo respiro che ha bisogno di andare un po’ più a fondo.
Barcellona è cremosa. Barcellona è una tela di colore vibrante. Barcellona è un albero che ha il suo spazio. C’è arte, ma soprattutto creazione.
Un’esperienza sensoriale. E il corpo ritrova la sua dimensione.