Una. Per tutti. Non per pochi. Giunto al suo terzo anno, il Festival dei Diritti Umani di Milano affronta i diritti legati alla salute del pianeta e delle persone che lo abitano. Aria, acqua, suolo e profughi ambientali, con un messaggio di coinvolgimento, senza catastrofismi.
di Oreste Turri
Foto: Leo Brogioni
C’è una buona notizia, ed è che sono in molti a pensare che sia ancora possibile salvare il Pianeta, garantire i diritti di quanti sono a rischio per le politiche energetiche e il consumismo sfrenato. Molti, preparati. Eppure non si riesce ancora a colmare lo iato fra una consapevolezza, fra le persone, e reali cambiamenti degli stili di vita. Mentre i segnali dei decision makers, soprattutto la politica, sono ancora troppo deboli quando non inesistenti, al di là di dichiarazioni di facciata.
Il lancio di questa terza edizione del Festival dei Diritti Umani di Milano è una serata interessante, con ospiti ben assortiti. Un parterre che ci racconta come i diritti umani, quando rispettati, fanno bene all’economia, con Andrea di Stefano, direttore di Valori, che ha costruito insieme al Festival un dossier dedicato a questi temi. Il rispetto dei diritti legati al lavoro, una sana politica energetica, il riciclo, l’attenzione alla dispersione delle plastiche: il dossier che apre il numero di Valori è stato costruito per essere uno dei veicoli del programma e del messaggio del Festival.
Paolo Cognetti, vincitore dello Strega e amante della montagna arriva con Lucky, il suo cane, che si accuccia sulle piastrelle di Cascina Cuccagna di Milano, che ha ospitato la presentazione. Cognetti racconta dei boschi, di come il cambiamento climatico stia modificando la flora.
Racconta anche delle insensatezze umane contro la natura, come il percorso necessario per sparare neve sulle piste da sci, con invasi artificiali in alta quota che, per essere riempiti, ricevono acqua dal basso attraverso un pompaggio che è spreco e dispersione di energia, con costi incredibili per una ingegneria innaturale.
Cognetti ama la montagna, le sue parole sono carezze, il suo sguardo sfida quando si parla della terra offesa, così come il racconto di Paolo Anselmi, camminatore, dirigente del WWF e vice-presidente di Gfk Eurisko, anche lui con lo sguardo perso nelle atmosfere delle sue escursioni e un dato, però, scientifico che riguarda le statistiche sulla percezione del dramma del cambiamento climatico.
È di fatto percepito come grave o abbastanza grave, complesssivamwnte, dal 70% dei campioni intervistati; eppure con una dispersione incredibile al momento di agire con scelte di vita personali che vengono ancora disattese dentro un quadro di disattenzione generale. In tutto ciò la politica nazionale è assente, lo ricorderà poco dopo Giancarlo Bosetti Di Reset Doc/Reset Diritti Umani, ricevendo l’applauso del pubblico.
Ma torniamo ai dialoghi, che sono proseguiti con Alessandra Salvini, ricercatrice dell’Università Milano Bicocca, che ha raccontato dello scempio fatto in mare e di quanto ancora ci sia da lottare per tornare a rispettare il grande fratello blu, e Piero Pelizzaro, Chief Resilience Officer del Comune di Milano. Barbara Meggetto, Presidente Legambiente-Lombardia e Carlotta Sami dell’UNHCR, in video, confermano l’importanza di affrontare il tema dei profughi ambientali.
Il terzo anno di Festival così ricco di momenti per 3000 studenti e per diecimila presenze a edizione è il momento del consolidamento delle proprie radici in una città che è in continuo movimento e che riesce, spesso, ad anticipare delle tendenze, o a suggerirle, anche a livello nazionale.
Il messaggio dell’assessore alle Politiche Sociali di Milano Pierfrancesco Majorino, in un video, colpisce per intensità e per un passaggio in cui racconta di un lavoro che sarà comune per arrivare a ‘Milano Città dei Diritti’.
Lo stesso Danilo De Biasio invita tutti a segnarsi questa frase, un concetto che lascia volare nella sala gremita di persone attente e che promette novità future.
Ci sono le presentazioni delle nostre fotografiche con Leonardo Brogioni, i documentari con Lucia Gotti Venturato di Sole Lunda Doc, i film con Antonio Prata, direttore del Festival dei Diritti Umani di Lugano, che si trova a rappresentare così un ponte fra due Festival che nascono dall’intuizione di Paolo Bernasconi, il presidente che ha chiuso l’evento con un discorso appassionato sulla necessità di far girare lo sguardo a trecentosessanta gradi, perché ci sia la consapevolezza del dover agire, adesso, subito e con determinazione.
Danilo de Biasio, direttore del Festival, ci racconta qual è il messaggio portante del Festival:
Infine c’è spazio per WAMI, start-up dell’acqua che vcostruisce progetti in Africa e li finanzia con le sue bottigliette d’acqua: una bottiglia equivale a 100 litri di acqua donata. Il Festival ha stretto una collaborazione che porterà 19.800 litri d’acqua in Senegal, permettendo così 50 allacciamenti idrici in un vilaggio di 332 persone.
Appuntamento allora dal 20 al 24 marzo, il programma (ancora provvisorio) lo trovate qui.
Per vedere la serata di lancio, tramsessa in diretta streaming, cliccare qui.