11. Il quarto lato (parte 2)

Massimiliano Hütschenreuther ha quarantatré anni. Suo figlio Giacomo, otto.
Uno dei due fa il cameriere in una pizzeria, l’altro la terza elementare.
Abitano a sei chilometri di distanza, in due quartieri opposti della stessa città.
Questa è la storia di come stanno diventando grandi insieme, un giovedì dopo l’altro.

Di Enrico Sibilla

“Il Giovedì” è un’opera di finzione letteraria: qualsiasi riferimento a persone ed eventi realmente esistenti è da considerarsi un’incredibile sfortunata coincidenza.

 
Il quarto lato (parte 2)

 

buio, lentissimo

buio, lentissimo

 

    e di nuovo forse ritorno ma sopra la faccia ho come calcato un passamontagna di lana di vetro privo di fori

            che non mi

fa

                         vedere

        non

                mi fa

sentire

eppure distinguo quelle che mi sembrano sagome vive muoversi sul nero più nere del nero

                             poi improvvisamente di nuovo tutto si stempera rapido e ancora le sagome si dissolvono al buio

e io cado

           all’indietro da fermo

        mi sento

                 come

                                     se

 

    c’è mia madre ragazza che

ricalca cartamodelli di guanti da

una rivista e la radio che passa

sempre quella canzone di

 

                          ssandro che da sotto i brufoli dice ascolta questo pezzo è una figata e il pezzo che fa partire nel mangianastri è

 

…max

 

    2 cc di morfina

parole che arrivano dal fondo di un

sogno che è così vivido che sulla pelle sento fisica la

pressione di mani e di aghi e che invece sono

certo di immaginare perché

sento

pressione

ma

non

sento

dolore

 

buio, lentissimo

 

non ho paura perché

io lo so che il buio è solo

assenza di

 

ma io non voglio andare a scuola da solo accompagnami mamma dai è l’ultima volta poi giuro che

 

eppure mi arriva una voce così familiare

vibra nell’aria e la sposta è un bocca

che sento che esiste di carne di denti

e mucose c’è al di là del nero degli occhi

la riconosco è simona che chiede

che è successo dottore

 

    la via delle medie si chiamava

                       non dante ma pascoli

è in quella scuola che ho conosciuto

 

    goethe provò a

dimostrare che nella

    teoria dei colori di

newton mancava il

    rapporto tra luce e

occhio di chi osserva

    il colore e lo fece attraverso la

 

buio, lentissimo

 

        pressione ma

            niente        dolore

 

    in mezzo alla strada la carcassa di nuvola era rimasta per tutta la notte e quando mio padre la vide mi mise una mano sugli occhi

 

    ti ammazzerò con queste mie mani maiale

 

la voce adesso è maschile e

io non l’ho mai conosciuta ma

parla ed è fredda e poi calda e risponde

ha perso più di un litro di sangue

e poi ancora

suo marito ha fratture

articolari

comminute

esposte

scomposte

 

    il sussulto del mio piccolo

culo bambino sul sedile del

    cinema all’apparire improvviso

di un essere coperto di stracci

    con occhi che sembrano grossi

ditali e mio padre che si alza e va

    verso il bagno e inciampa e dice

 

…max

 

        pressione

pressione

            niente        dolore

 

…max

 

                             e ancora io cado

           all’indietro

 

buio, lentissimo

 

    lui entra dal fondo del palco ha una giacca nera una camicia bianchissima una dodici corde e sorride e attacca groundcontroltomajortom e io piango radiante perché ero certo che quel momento non l’avrei mai vissuto in tutta la

 

è sotto

morfina non

può sentirla signora

 

ma io

cazzo la

sento

e la vedo

     lei entra dal fondo della navata ha un vestito bianchissimo tra le mani gardenie e con gli occhi mi dice SonoioSeituSiamonoi e io non respiro perché ero certo che una gioia così non l’avrei mai

 

valuteremo nelle

prossime ore l’opportunità

di un’am

putazione

 

    come ti chiami maiale

 

                            vuoi tu massimiliano prendere

 

       le palpebre bianche di mia

              madre che lente scendono

                     a sigillarle gli occhi per

                            sempre e io che le stringo

       la mano per trattene

 

buio, lentissimo

 

                            sì lo voglio

 

        pressione

                     ma             niente                           dolore

 

   papà mi tieni la mano ho pau

 

   francesca se è una femmina la chiameremo francesca se è un maschio davide o giaco

 

ma dottore com’è successo?

 

buio, lentissimo

 

   cosa cazzo significa voglio separarmi adesso tu mi devi dire se c’è un altro tu devi esser sincera con me perché io ti amo cazzo così tanto che a dirlo mi manca il respiro e poi scusa ma dove cazzo vai anche stasera rispondimi cazzo dove stai and

 

a pugni signora

suo marito ha

preso a pugni qualcosa

o qualcuno fino a

quasi disintegrarsi la

mano

 

   ecco si è svegliato il bambino cazzo cazzo cazzo tanto adesso ci sto io sveglio a farlo dormire vero perché tanto tu puttana chissà dove vai e con ch

 

   rol sosteneva di aver

scoperto la legge

tremenda che lega il verde

la quinta musicale e il

ma potrà usarla ancora?

 

   no dai dove vai scusami dai ho perso la testa non andare ti prego dai per favore resta con

 

non possiamo

garantire nemmeno un

recupero parziale

 

                          resta

                                    con

 

noi

 

 

buio, lentissimo

 

 

            mio padre che finalmente

            mentre portano via la sua

            mamma dentro una scatola

            foderata di zinco fa un

            urlo che contiene tutto il

            dolore della sua vita e

            finalmente mi

 

            abbraccia

buio, lentissimo

 

papà

pap

pa

 

buio, lentissimo

buio, lentissimo

buio, lentiss

 

LUCE

 

prima debole

poi sempre più chiara

luce

luce

luce

 

 

 

il sole in fondo alla valle di pioraco

 

   luce perché ho gli occhi come inchiodati

ma li apro

piano, lentissimo

 

   li apro e sento strapparsi le ciglia incollate o forse sono lacrime secche e ora le sagome sono persone e non sono più nere su nero ma bianche o verdi e una è simona che piange e io sono sdraiato ma non è casa mia non è il mio letto non è il mio pigiama ho una mano fasciata nell’altra ho un ago infilato c’è un tubo che esce e una sacca piena di

 

…max

 

ancora

mi sento chiamare

                                   mi sento cadere

              pressione

                    ma             niente                           dolore

i miei occhi che si chiudono

                          mi sento cadere ma resto

                   rimango

                   rimango

                   rimango

     strappo altre ciglia e riapro questi occhi

 

e vedo Giacomo al bordo del letto

è piccolo

è muto

è vivo

è bellissimo

 

mi sento cadere come per sempre ma raccolgo tutte le forze e gli dico:

 

 

 

 

 

 

 

 (continua)

 

bowie   bouquet

 

 

 

 

 

 



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