Cosa cerchiamo con QCodeTown. Cerchiamo la città che pensa. Di darle forma e voce.
di Bruno Giorgini
La città è modellata dal, e modella il, cervello umano. La città è il gesto evolutivo con cui l’essere umano non tanto si adatta all’ambiente, ma piuttosto costruisce un ambiente per sé dove vivere, abitare, competere e/o cooperare coi suoi simili, prosperare. “Non è dunque in senso metaforico che si ha il diritto di confrontare […] una città a una sinfonia o a un poema; sono infatti oggetti della stessa natura. […] La città per sua genesi e forma, risulta contemporaneamente dalla procreazione biologica, dall’evoluzione organica e dalla creazione estetica. Essa è, nello stesso tempo, oggetto di natura e soggetto di cultura; individuo e gruppo; vissuta e sognata.” ci racconta Claude Levi – Strauss.
Oggi le città si estendono sull’intero pianeta, abitate da oltre la metà del genere umano, ben presto i due terzi, e connesse in una rete cognitiva di cui esse sono nodi estremamente complessi, che possiamo pensare come macroneuroni. In essa si costituisce non semplicemente l’homo sapiens sapiens ma l’homo urbanus che insieme costruisce e decostruisce la città, e viceversa ne è plasmato.
Diciamola anche così: la città costituisce un soggetto plurale che agisce sul mondo, in un certo senso fa il mondo, o almeno un mondo tra tutti quelli possibili. Più precisamente la città inventa mondo, nel doppio senso latino di creare e trovare. In questo contesto intendiamo per cultura la prefigurazione di nuove forme di vita, e QCodeTown ha l’ambizione di collocarsi in questa dimensione. La dimensione globale che copre la terra, questa rete cognitiva urbana planetaria chiamiamo Cosmopolis, prendendo a prestito il titolo di un bel libro di Don DeLillo. Ma non bisogna credere che le dinamiche urbane siano, per così dire, lisce e che l’evoluzione urbana avvenga senza scosse. La città è attraversata da conflitti multipli, sociali, etnici, religiosi, filosofici e/o ideologici, di interesse e di corporazione, fino al pulviscolo delle contraddizioni tra individui. Nel rischio sempre presente di guerra civile, di una parte dei cittadini contro un’altra parte. L’arte e/o scienza della politica – la politeia (in greco Costituzione, la scienza della costituzione) – è esattamente quella di lasciare spazio al conflitto, perché come ci ricorda Eraclito, o’ polemos, il conflitto, è padre di tutte le cose, senza che questo diventi guerra, cioè esercizio di distruzione fino all’urbicidio.
Quando diciamo città, diciamo convivenza civile tutt’altro che scontata, ma laborioso intreccio tra libertà, uguaglianza, democrazia, conoscenza – democrazia si ha là dove nessun sapere viene disperso – e fraternità
Durante una delle tante guerre civili in Atene ecco che un ateniese fa un passo avanti dalle linee dei democratici e chiede all’esercito dei concittadini avversari: perché ci uccidete, voi che condividete con noi la città? Fraternità significa precisamente condividere la città. Tornando al tempo nostro, la città può essere de/scritta come un sistema complesso, ma cosa vuol dire complesso. Parola che tutti usano, rischiando di finire rinchiusa nella famosa notte dove tutte le vacche sono nere. Pure su questo intendiamo misurarci all’interno di QCodeTown, chiamando ciascuno interessato a dire, argomentare, criticare, raccontare, perché la scienza della città cui vogliamo contribuire altro non può che essere condivisa dai cittadini/e, vivendo molto in strade, piazze, giardini, spiagge, in tutti i luoghi pubblici, e di nuovi inventandone.
Ecco QCodeTown vuole esser una di queste moderne agorà dove agiscono individui e moltitudini.
Ma se le contraddizioni tra esseri umani aprono il problema della guerra civile, possono pure invece concentrarsi nella disobbedienza civile, nelle multiformi espressioni di dissenso, in occupy wall street tanto quanto negli accampamenti degli indignados fino all’insurrezione urbana, quel giorno in cui tutti scendiamo in strada e ci prendiamo la città, quando nacque la Comune di Parigi, per dirne una.
Ma in città non si giocano e definiscono soltanto le relazioni tra esseri umani, siano esse di potere, intellettuali, sentimentali, empatiche e/o antipatiche, di odio o d’amore, economiche o di fede, e quant’altro. La città si confronta anche con la natura. Il cambiamento climatico è alle porte, l’inquinamento galoppa, cibo energia materie prime rifiuti stringono in cerchio la convivenza urbana, potendo strangolarla. L’evoluzione naturale accade spesso in forma di catastrofe, le città possono essere assunte come sistemi critici autorganizzati, dove critici significa: sempre sull’orlo del caos. E’ questione al contempo assai delicata e molto radicale come e fin dove si possa governare la dinamica della civiltà urbana, cercando di evitare per un verso il collasso catastrofico, e per l’altro il congelamento in un ordine tanto rigido da uccidere la vita. Saranno in causa molte metamorfosi, se volete molti tentativi di prefigurare nuove forme di vita senza alcun genocidio di quelle vecchie.
Così QCodeTown inizia il suo cammino, certamente appassionante, impervio e puntuto. Se breve o lungo non sappiamo. Mentre già fin d’ora ringraziamo coloro che hanno voluto con noi iniziare quest’avventura cominciando a mettere nero su bianco idee, intelligenza, bellezza. Benvenuti e benvenute. In bocca al lupo, purché non crepi anzi c’accolga.
NOTA: L’immagine di copertina è un dipinto a tempera di Dino Buzzati – Bozzetto per scena finale – 1960
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