E’ semplice e intuitivo affermare che la cultura e l’arte sono elementi rinnovatori che interagiscono con la città su molteplici livelli, mentre non è immediato capire cosa rappresentano i luoghi dove queste forze generatrici si attuano e soprattutto come sono in grado di generare processi di cambiamento.
di Alessandra Puigserver
Prendendo ad esempio la Milano di questi ultimi anni, si è assistito all’attuarsi di una progressiva riqualificazione di edifici e aree dismesse per renderli dei contenitori adatti all’inserimento di funzioni strettamente legate all’arte, alla cultura e alla creatività in generale.
La riqualificazione della fabbrica dei Frigoriferi Milanesi in Via Piranesi, la nascita dello spazio espositivo “Hangar Bicocca” nei capannoni dell’ex Pirelli, il recupero dell’area Ex Ansaldo in zona Tortona con la realizzazione del MUDEC (Museo delle culture) e di BASE (incubatore di eventi culturali), l’arrivo della Fondazione Prada negli spazi dell’ex distilleria Sis in Viale Isarco: alcuni esempi di ciò che potremmo definire cultura a servizio della città.
Le varie esperienze sono molto diverse tra di loro perché sono differenti (e spesso diametralmente opposti) gli attori in gioco, le modalità partecipative, le dinamiche fondative, gli obiettivi e le inevitabili ripercussioni sia sul tessuto urbano che su quello sociale.
Quali sono i meccanismi che permettono alla cultura di interagire con la città e i suoi cittadini?Basta un luogo dove c’è arte (esposta o praticata) per innescare questo processo, o serve qualcosa di più?
Tra le più recenti iniziative culturali in attivazione a Milano, il 21 giugno alla Cascina Torrette di Trenno, all’interno del complesso di housing sociale “Cenni di cambiamento”, si inaugurerà ufficialmente il primo spazio di Mare Culturale Urbano (www.maremilano.org), un nuovo centro di produzione artistica.
L’intento è di creare un luogo dove la cultura risulti un elemento di aggregazione per la comunità: uno spazio fisico e di pensiero che abilita, connette e potenzia le relazioni.
Per far sì che questo nuovo spazio, una volta aperto al pubblico, non diventasse un elemento auto referenziato, scollegato con il contesto (siamo in una zona relativamente periferica di Milano, caratterizzata per la quasi assenza di servizi di quartiere e per la scarsa offerta culturale) è stato necessario ideare un programma di attivazioni urbane, che si sono svolte nel periodo precedente all’apertura e che hanno permesso di stimolare il tessuto sociale del quartiere.
I progetti sono stati sviluppati attraverso il coinvolgimento dei collettivi di artisti Cohabitation strategies e Landscape Choreography, con l’obiettivo di stimolare nuovi modelli di coabitazione e di conoscenza collettiva: un’azione forte sul territorio, fatta sia per instaurare un forte legame tra la componente locale e Mare, sia per stimolare un pubblico che in futuro diventerà parte attiva di tutto il processo.
Lo spazio di Cascina Torrette, circa 1700 metri quadri, ospiterà al suo interno diverse funzioni: sale prove musicali e per la progettazione partecipata, postazioni coworking, attività di ristorazione, un bookshop diffuso e una corte scoperta.
Un luogo che offre cultura è un punto, ma non basta che esista per essere un motore di cambiamento. I servizi, la formazione, l’attività artistica sono gli elementi che favoriscono quei processi che necessariamente s’innescano dal basso come la rigenerazione urbana, l’innovazione culturale e l’inclusione sociale: arte e cultura, quindi, come attivatori di consapevolezza, benessere e crescita per ogni individuo.
Cascina Torrette non sarà l’unico luogo di Mare Culturale urbano: nel 2017 sarà inaugurato un nuovo spazio in via Novara 75, area messa a bando dall’Assessorato al Demanio nel 2014.
“L’edificio, progettato da Gandolfi / bunker-arc, è concepito per essere permeabile e integrato con l’ambiente circostante. In una condizione urbana frastagliata, il volume appare unitario, riproducendo internamente la complessità delle sue funzioni; rivestito da una superficie retro illuminata, utilizzabile come parete espositiva, si configura come una lanterna simbolica in grado di illuminare l’area che la circonda e le dinamiche che la animano. Lo spazio è attraversato dal “passage” che connette via Novara con la piazza verde su via Ferreri: un ampio “foyer urbano” sul quale affacciano porticati, ballatoi, patii, gradinate e terrazze. Nei suoi 6000 mq costruiti ex novo troveranno spazio su tre livelli: 2 sale teatrali e da concerto, da 400 e 150 posti; 3 sale cinema, 2 da 90 e una da 120 posti, un bistrot ristorante, 2 aule polivalenti, 2 studi di registrazione, 5 sale prova, 6 atelier, una foresteria, spazi espositivi, una terrazza, un bookshop, un’area di 5000 mq di verde pubblico attrezzato.”
I due spazi saranno legati in modo indissolubile, essendo uno il completamento dell’altro: da una parte la cascina con le sue relazioni con il territorio e la città, dall’altra via novara, con progetti artistici di ampio respiro fortemente contaminati dal territorio di riferimento proprio grazie all’esperienza della cascina stessa.
L’iperterritorialità diventerà quindi una risorsa fondativa per le produzioni artistiche, che a loro volta si confronteranno con network culturali internazionali di cui Mare Culturale Urbano fa parte: tra queste Trans Europe Halles, rete di centri indipendenti (www. http://teh.net/), che svolge un ruolo fondamentale di armonizzazione e coordinamento delle pratiche di gestione e produzione culturale a livello internazionale.
Inaugurazione Mare Culturale Urbano
Martedì 21 giugno 2016 – dalle ore 18.30
Cascina Torrette di Trenno
Via Giuseppe Gabetti, 15 – Milano
http://maremilano.org/mare/ventunogiugnoduemilasedici/