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03. Preistorie

Il triceratopo mi fissava cieco con occhi posticci che tradivano la sua natura, che in un tempo per me inimmaginabile era stata erbivora quindi mansueta quindi spacciata.

02. Prologo in cielo

Inizia con un’attesa bianca, sedata e ovviamente notturna, mossa dal ritmo di piccole scosse brevi telluriche di un corpo che eri certo di conoscere bene -è la tua donna- e che invece si svela segreto, indecifrabile inconoscibile anche a lei, lei che tuttavia è salda e conta gli intervalli e li scopre sempre più ravvicinati, ritmici, ciclici come traversine di binari sotto un treno che accelera senza fatica perché va dentro la pianura.

01. Prologo in teatro

Se lo cerco nella memoria, anche dopo cinque anni lo rivedo esattamente com’è: un corridoio troppo illuminato, con stanze numerate a due cifre su entrambi i lati. Tra una porta e l’altra, ticchettano sghembe sul pavimento poche sedie pressostampate, e sono tutte occupate dall’anello debole dei due, quello che piange. L’altro sta in piedi e ha la faccia fissa fradicia dura come appena scolpita nel marmo.