Tag: racconto

Com’è profondo il lago #0

Il lago: un’introduzione di Matteo Spertini Cronaca nera e qualche infelice uscita celodurista dei feudatari locali a parte, questa sponda del lago non raggiunge quasi mai i titoli dei Tg, le testate dei giornali nazionali. A far parlare di questo…

Il giocoliere

  Racconto breve di Federico Gaudimundo Tutti i giorni, o quasi, percorro la stessa strada. All’andata e al ritorno. Con il mio scooter. Ogni giorno, allo stesso semaforo, c’è un ragazzo. Un tempo ai semafori c’erano persone, ragazzi o uomini…

Parole in esilio/Cafuné

Vi sono parole che esistono solo se pronunciate nelle lingue d’origine

In Fabula / Lo strano fiore

Una rubrica per non dimenticare il valore del patrimonio narrativo mondiale, tra fantasia e attualità di Alice Bellini «Ogni immagine esteriore corrisponde un’immagine interiore che evoca in noi una realtà molto più vera e profonda di quella vissuta dai nostri…

In fabula / La rana che bolle

Una rubrica per non dimenticare il valore del patrimonio narrativo mondiale, tra fantasia e attualità «Ogni immagine esteriore corrisponde un’immagine interiore che evoca in noi una realtà molto più vera e profonda di quella vissuta dai nostri sensi. Questo è…

02. Prologo in cielo

Inizia con un’attesa bianca, sedata e ovviamente notturna, mossa dal ritmo di piccole scosse brevi telluriche di un corpo che eri certo di conoscere bene -è la tua donna- e che invece si svela segreto, indecifrabile inconoscibile anche a lei, lei che tuttavia è salda e conta gli intervalli e li scopre sempre più ravvicinati, ritmici, ciclici come traversine di binari sotto un treno che accelera senza fatica perché va dentro la pianura.

01. Prologo in teatro

Se lo cerco nella memoria, anche dopo cinque anni lo rivedo esattamente com’è: un corridoio troppo illuminato, con stanze numerate a due cifre su entrambi i lati. Tra una porta e l’altra, ticchettano sghembe sul pavimento poche sedie pressostampate, e sono tutte occupate dall’anello debole dei due, quello che piange. L’altro sta in piedi e ha la faccia fissa fradicia dura come appena scolpita nel marmo.