Q Code Magazine partecipa, in collaborazione con Osservatorio Balcani Caucaso, al progetto “Sarajevo cuore d’Europa: tre viaggi per un centenario” curato da Viaggiare i Balcani in occasione dell’anniversario dell’attentato di Sarajevo, il 28 giugno 1914. Lo fa raccontando storie, con i diari di due viaggi in bicicletta verso Sarajevo
Il premier serbo-bosniaco solidarizza con Israele, mentre Erdogan fa rivivere l’Impero Ottomano
Dove il passato non passa
Fra le proposte letterarie attinenti all’anniversario dello scoppio della Grande Guerra, segnaliamo A Sarajevo il 28 giugno , opera in endecasillabi di Gilberto Forti
Q Code Magazine partecipa, in collaborazione con Osservatorio Balcani Caucaso, al progetto “Sarajevo cuore d’Europa: tre viaggi per un centenario” curato da Viaggiare i Balcani in occasione dell’anniversario dell’attentato di Sarajevo, il 28 giugno 1914. Lo fa raccontando storie, con i diari di due viaggi in bicicletta verso Sarajevo.
Q Code Magazine partecipa, in collaborazione con Osservatorio Balcani Caucaso, al progetto “Sarajevo cuore d’Europa: tre viaggi per un centenario” curato da Viaggiare i Balcani in occasione dell’anniversario dell’attentato di Sarajevo, il 28 giugno 1914. Lo fa raccontando storie, con i diari di due viaggi in bicicletta verso Sarajevo
A 100 anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, a Sarajevo si è tenuta la prima edizione di un festival sul tema della pace
Q Code Magazine partecipa, in collaborazione con Osservatorio Balcani Caucaso, al progetto “Sarajevo cuore d’Europa: tre viaggi per un centenario” curato da Viaggiare i Balcani in occasione dell’anniversario dell’attentato di Sarajevo, il 28 giugno 1914. Lo fa raccontando storie, con i diari di due viaggi in bicicletta verso Sarajevo.
Q Code Magazine partecipa al progetto “Sarajevo cuore d’Europa: tre viaggi per un centenario” curato da Viaggiare i Balcani in occasione dell’anniversario dell’attentato di Sarajevo, il 28 giugno 1914. Lo fa raccontando storie, con i diari di due viaggi in bicicletta verso Sarajevo. Uno già fatto, l’altro quasi
Cinque anni dopo il terremoto, L’Aquila appare come una città devastata avvolta dal silenzio e dall’oblio più assoluto