01. Prologo in teatro
Se lo cerco nella memoria, anche dopo cinque anni lo rivedo esattamente com’è: un corridoio troppo illuminato, con stanze numerate a due cifre su entrambi i lati. Tra una porta e l’altra, ticchettano sghembe sul pavimento poche sedie pressostampate, e sono tutte occupate dall’anello debole dei due, quello che piange. L’altro sta in piedi e ha la faccia fissa fradicia dura come appena scolpita nel marmo.