6 Febbraio 2020
Il massacro impunito di migranti del 2014 è un’occasione per chiedere di rivedere le misure disumane delle enclavi spagnole in Marocco
L’8 Febbraio, a Ceuta, si svolgerà la VII Marcia per la Dignità in memoria dei migranti uccisi dalla Guardia Civil nel 2014 sulla spiaggia del Tarajal, nel tentativo di aggirare a nuoto il muro di filo spinato che separa l’Europa dal Marocco.
A distanza di sei anni non solo il numero delle vittime, ufficialmente 15, non è ancora stato accertato, ma nessuno ha pagato per quella strage. Anche l’ultimo tentativo della giudice Maria Luz Lozano di processare i 16 poliziotti responsabili di aver sparato, contro i migranti in acqua pallottole di gomma e lacrimogeni, è fallito lo scorso novembre.
Nonostante l’esternalizzazione della frontiera europea con l’Africa prosegua, attraverso la costruzione di una terza recinzione in territorio marocchino, non si fermano i tentativi di ingresso.
Domenica scorsa circa 300 persone hanno provato ad entrare nell’enclave spagnola.
L’Associazione Elín, il principale punto di riferimento per il sostegno
e la difesa dei diritti umani dei circa mille migranti costantemente trattenuti a Ceuta, ha denunciato due casi di respingimento immediato, una pratica illegale in base al diritto internazionale e alla Convenzione di Ginevra.
Nonostante l’attuale governo progressista in Spagna si sia impegnato a fermare i
respingimenti immediati al momento nulla sembra cambiato. Come è ancora al suo posto il filo spinato che provoca ferite devastanti a chi tenta di superare la recinzione e che il capo del governo Pedro Sanchez aveva già promesso di far rimuovere.
Quest’anno gli organizzatori della marcia fanno appello a tutte le reti e le associazioni solidali a livello internazionale ad aderire e sostenere politicamente l’iniziativa per rafforzarla e darle visibilità.
Firmando l’appello si verrà inclusi nella lista dei promotori della marcia. Ai firmatari si richiede un sostegno nella diffusione.
Per chi volesse saperne di più sul massacro del Tarajal é ora disponibile ondemand con i sottotioli in italiano il documentario Samba un nombre Borrado di Mariano Agudo prodotto da Intermedia una casa di produzione sivigliana di documentari sociali.
E’ la storia del viaggio a ritroso di Mahmoud Traoré, dall’Andalusia al Senegal in cerca della storia di Samba, una delle vittime della strage del 2014. Traoré, oltre ad aver firmato la sceneggiatura ed essere il protagonista del film è anche autore di un libro dove racconta i suoi tre anni di viaggio per raggiungere l’Europa.
Il titolo è Partire. Un’odissea Clandestina, edito in italiano da
Baldini e Castoldi.
SAMBA, UN NOMBRE BORRADO from Intermedia Producciones on Vimeo.