19 Maggio 2020
Lettera alle istituzioni da parte delle autrici e degli autori di DiMMi
Riceviamo e pubblichiamo. Q Code Magazine, lo scorso anno, è stato partner del progetto DiMMi e un gruppo di finalist* del Concorso ha scritto questa lettera pubblica che rilanciamo
Alla cortese attenzione
del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte
del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese
del Ministro delle Politiche Agricole, Agrarie e Forestali Teresa Bellanova
del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo
12 maggio 2020
Nella diretta del 26 Aprile 2020 volta a illustrare la fase 2 delle misure di contenimento contro il COVID-19, il Presidente del Consiglio ha pronunciato queste testuali parole: “Serve una stagione intensa di riforme. Deve essere questa l’occasione per cambiare radicalmente tutte quelle cose che nel nostro paese non vanno. E non vanno da tempo.” Siamo un gruppo di “cittadini diversamente italiani” che condividono appieno questo Suo pensiero. In effetti, intuiamo in questa crisi sanitaria di una violenza inaudita una straordinaria opportunità di cambiamento, un’istanza epocale da cui attingere coraggiosamente per trasformare questo nostro bellissimo paese. Ebbene, molti di noi risiedono qui da tantissimi anni, altri da pochi mesi, ma sentiamo di fare parte integrante di questo tessuto sociale. Abbiamo scelto l’Italia come la nostra seconda casa, la amiamo come la nostra terra di approdo.
Siamo persone venute da lontano attraverso percorsi diversi e accidentati resi irregolari e pericolosi da leggi ingiuste. I nostri vissuti sono raccolti, al pari di altri diaristi italiani e stranieri, presso l’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano nell’ambito del progetto DIMMI-Diari Multimediali Migranti. Le nostre storie, il nostro incontro con voi, le avversità con cui ognuno/a di noi si scontra quotidianamente, sono contenute nei nostri scritti. Vi invitiamo a leggerli. La maggior parte di noi è arrivata in Italia sognando la libertà, la democrazia, un futuro migliore. Invece, ci siamo trovati di fronte un limbo contraddistinto da diritti calpestati, libertà negate e incertezza esistenziale.
Alle prese con questa pandemia, in cui il diritto alla salute è oggetto di attenzione internazionale, non possiamo né vogliamo distinguerci da tutte quelle persone a cui il suddetto diritto viene negato. Non possiamo né vogliamo distinguerci da chi vive nell’invisibilità più assoluta e ai limiti della legalità a causa di un apparato legislativo che ci ha sistematicamente additati, esclusi, infangati, vessati, ostacolando e penalizzando colpevolmente il pieno esercizio dei diritti e dei doveri.
Pertanto, scriviamo oggi per richiamare la Vostra attenzione sul destino di migliaia di persone presenti sul nostro territorio che non hanno ancora accesso ai loro diritti e di conseguenza ai loro doveri. Sono non- persone estranee alla legge, non riconosciute, inesistenti. Insieme a loro, da ottobre 2018, abbiamo assistito con profondo dolore e rabbia agli attacchi feroci sferrati ai nostri diritti e alla nostra dignità. Ci siamo promessi di non perdere la fiducia nella Repubblica Italiana ma ogni speranza è stata fin qui elusa. Siamo tuttora in attesa della Vostra considerazione.
Per le ragioni elencate sopra chiediamo oggi a Voi, Sigg. Presidenti e Sigg. Ministri, di porre fine immediatamente al Decreto Sicurezza e Immigrazione del 4 ottobre 2018 n. 113, di sanare le sue ingiustizie nel rispetto della Costituzione Italiana e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e di regolarizzare tutte le persone straniere presenti sul territorio italiano che a tutt’oggi non godono di alcuna tutela legale o sanitaria dello Stato. Rifiutiamo ogni logica settoriale dettata dall’utilità sia in materia di tutela della salute pubblica che di assunzione di manodopera per garantire la continuità di attività indispensabili quali l’agricoltura e la cura della persona. Rifiutiamo ogni logica emergenziale che non consenta a ogni persona, italiana o straniera, di realizzarsi costringendola a elemosinare il proprio posto nel mondo. Ribadiamo il diritto ad avvalersi della tutela dello Stato nonché ad avere diritti e doveri per la semplice presenza in questo paese. Auspichiamo altresì che le future leggi sul tema delle migrazioni siano giuste, inclusive e lungimiranti. Ci auguriamo che le future leggi dello Stato vogliano scardinare definitivamente la contrapposizione NOI/VOI che nella storia è servita sempre a costruire società chiuse ed esclusive.
Anche le Leggi Razziali del 1938 erano Leggi, la Storia ci ha mostrato che erano sbagliate. L’Europa ha giurato che non avrebbe più tollerato simili ingiustizie, ma queste si riproducono se prevale l’immobilismo collettivo e di governo a livello nazionale e continentale.
Confidiamo in una battaglia condivisa contro le disuguaglianze, l’odio, l’ostilità, il razzismo e la xenofobia. E’ giunto il momento che i diritti di tutti/e siano la pietra miliare in ogni sforzo comune di ripensare la nostra vita e la nostra società in termini fraterni e solidali. Un uomo/una donna possono dirsi tali senza diritti?
Bakary Jobe, Livorno
Clementine Pacmogda, Borgo Val di Taro, Parma
Dominick Boa, Padova
Elona Aliko, Caravaggio, Bergamo
Fernanda Gonzalez, Terranuova Bni, Arezzo
Hassan Osman Ahmed, Londra
Ibrahim Khalel Jalloh, Catania
Joy Ehikioya, Trento
Judith Ekwele, Pontassieve
Loredana Damian, Cavriglia, Arezzo
Mouhamadou Lamine Dia, Bergamo
Paule Yao, Roma
Thierno Sadou Sow, Salerno