di Anna Elisa Sida and Matteo Maimone
27 Maggio 2020
Il dietro le quinte di una drag queen indonesiana
“ BeautyFool e Minority sono stati i miei primi tatuaggi. Il loro significato? Beh, Beautifool è la combinazione di due parole. Bello e pazzo. Dietro la bellezza si può celare la pazzia, soprattutto dietro la mia.” ride Freea, mentre con uno sguardo perso si tocca la pelle tatuata. “Fu decisivo e allo stesso tempo ‘folle’ rendermi bella, perché io sono sempre stata un uomo, come fu folle tatuarmi per la prima volta, perché ciò che ero prima non lo sono più. E’ passato e questo mi ha insegnato una grande lezione: cerca di sbagliare quanto più possibile lungo la tua giovinezza, così che ti possa far maturare in futuro. Per questo nel tempo ho collezionato altri tatuaggi sulla mia pelle che rappresentano ciò che sono stata e ciò che voglio essere, come Minority. Non c’è nessun segreto, nessuna formula perfetta per essere come sono. Sono semplicemente una ‘bellissima minoranza’.
In questo modo ci introduce nel suo mondo, a piccoli passi, e uno dopo l’altro è saturo di emotività. Sin da quando è piccolo, le note di Livin’ On a Prayer e Always di Bon Jovi, compongono la colonna sonora della sua infanzia; le ama cantare e danzare liberamente, insieme alla madre e alle sorelle. Il padre no, ha sviluppato un senso di indifferenza nei suoi confronti per via della sua religione musulmana che non prevede l’accettazione di scelte così libertine.
E’ una vita non sempre facile quella indonesiana, specialmente nell’isola di Java dove la percentuale musulmana è molto alta e non viene ben visto l’essere diversi. Figuriamoci essere drag queen, ma un passo alla volta.
La vita di Freea scorre velocemente, iniziando a maturare la consapevolezza di sentirsi diversa ed è così che prova modi differenti per assumere fattezze femminili: gli ormoni non aiutano così tanto, difatti la sua psiche non regge, ed è per questo che dopo alcuni trattamenti getta la spugna.
Nel 2014, dopo essere stata invitata a partecipare ad uno show di Drag Queen da un cliente conosciuto nel ristorante in cui lavorava, Freea inizia a manifestare sempre più interesse nei loro confronti.
Ritrova una familiarità, una complicità mai avvertita prima. Si sente finalmente se stessa, ora può finalmente esprimersi al meglio, e dove mettersi alla prova se non iniziando nei locali di Bali?
Freea capisce che l’essere drag queen è molto di più. E’ continuare ad essere un uomo tutti i giorni della propria vita con la differenza che ogni sera può interpretare una donna differente come in questo caso, cantanti pop e famosissime del calibro di Rihanna, Ariana Grande e tante altre. E’ una vera e propria auto celebrazione, tra lustrini, vestiti sgargianti e tacchi vertiginosi.
Ed è qui che assistiamo alla vera e propria trasformazione, dove la differenza tra il genere e sessualità si annulla completamente.
Freea è meticolosa in ogni suo dettaglio. Dal suo borsone escono puzzle di sé che delicatamente ricostruisce, pezzo dopo pezzo. Si scolpisce con cura i fianchi, foderandoli con un collant color carne per passare al volto dove il trucco accentua i suoi lineamenti già delicati e incredibilmente femminili.
“Non mi piace cambiare colore della mia pelle. Molte drag queen tendono a contrastare il colore della propria pelle scura con un correttore molto chiaro e luminoso ma a me piace la mia carnagione. Sono orgogliosa della mia provenienza e delle mie radici: l’unica cosa che posso fare è accentuarla.” Dice Freea, tra una boccata di sigaretta e un attento uso dell’eyeliner.
E’ proprio in questo momento che l’evoluzione è in atto: la voce maschile di Freea si fa più calma e più dolce, continua a perdersi nei racconti, quasi come allontanandosi da ciò che era prima di varcare dalla porta del camerino del locale ad adesso, di fronte al suo specchio, rivestita della sua nuova pelle.
E’ sicura di sé, sa di essere meravigliosa con la sua parrucca di capelli, pettinati e increspati così da dare volume e risalto al suo volto. Gli stivali dal tacco vertiginoso la slanciano ancora di più e il vestito cucito con le sue mani la rendono orgogliosamente una diva.
E’ pronta ad esibirsi. Sa che lei è lo spettacolo stesso.
E’ un backstage carico di sincerità, sessualità che sprizza da tutti i pori e di vivacità grazie ai mille colori che sprigionano i vestiti confezionati su misura. Si è creato uno spazio, una sorte di dimensione temporale in cui nulla è più come lo intendiamo noi.
Freea, come tantissime altre drag queen, ha creato un’illusione di femminilità prorompente, in cui si è completamente identificata. Conquista la gente più comune, confonde l’occhio dello spettatore, dove dal più piccolo al più grande faticano a distinguere tra l’uomo di prima e la donna di adesso.