La migrazione è una bella storia di Gabriella Grasso
Credo di aver già usato questa canzone per raccontare le migrazioni, le storie, i nomi e i nomi dei bambini. Credo che questa canzone, di tanto in tanto, bisognerebbe ascoltarla, tenerla stretta e amarla un po’. Come il libro che racconta la storia del piccolo gatto. Delle piccole cose che se guardate bene, ingrandiscono il cuore e con esso, l’umanità dell’uomo.
“Una favola scritta da Nino Frassica e Tony Canto per raccontare a bambini e adulti la tragedia dei migranti di Lampedusa.” Diceva un giornale nel 2016.
A mare si gioca
si gioca!!
Ci sono bambini
che giocano a stare immobili con la faccia in acqua
senza respirare
perché tanto lo sanno
che sta per arrivare la mano forte del papà
che li prenderà e li farà giocare
Io ascoltando questa canzone ho pensato: è proprio bellissima, la voglio usare assolutamente in una delle prossime colonne.
L’ho sentita al cinema, quindi era come se il suono fosse più intenso e grande del normale.
Pensare alla vita underground mi ha fatto dire: ecco, l’abbinamento perfetto.
…to the land
Then what’s the question?
A quick look around
Bulgaria, la società civile chiede libertà per i 21 di Harmanli tratto da Osservatorio Solidarietà – Carta di Milano
Esattamente questa è la mia sensazione. Da qualche parte, da queste parti, sento solo anomalie.
Si loin de moi
Un grain de poussière ici bas
Si loin de moi
Un grain de poussière au combat
Perché in Italia non esistono ancora le etnie di Francesca Messineo
Hindi Zahra mi piace infinitamente, quella sua voce che si appoggia sulle cose che se volesse farle nascere. Le parole di Francesca Messineo sono ponderate e approfondite e mi hanno fatta pensare al fatto che sì, ogni storia potrebbe essere la mia storia.
Any story can be mine
Any heart can run with love
But this road that I have found
Is a mountain that flies, that turns to be mine
Di Sicilia Queer filmfest e di Palermo di Erica Grossi
Comprenderete che resistere si stava delineando come pratica impossibile, dovevo mettere i Garbage con questa canzone del 1995, per ricordare soprattutto quelle meravigliose felpe che indossavo come se fossero la via per la verità e poi sì, lo ammetto, me ne stavo in cameretta a canticchiare “de quirest ov the quin” fingendo di sapere che diavolo significasse.
The queerest of the queer
The strangest of the strange
The coldest of the cool
The lamest of the lame
The numbest of the dumb
I hate to see you here
Il Messico al voto di Andrea Cegna
Tra la musica messicana ho trovato questa canzone che qui cantano i Buena vista social club.
Mi piace e la metto qui, per accompagnare Andrea Cegna e la sua analisi del voto.
Come se ci potessimo immaginare il popolo e i suoi governanti: l’albero e la bambina che incide il tronco.
Yo soy el árbol conmovido y triste
Tu eres la niña que mi tronco hirió
Yo guardo siempre tu querido nombre
¿Y tú qué has hecho de mi pobre flor?
La matita di Enrico Natoli
The power of love.