Budapest, qualcosa cambia

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15 Ottobre 2019

Il partito – stato – sistema di Orban perde la capitale alle amministrative contro un’opposizione finalmente unita

Il buon Natale arriva a B,udapest quest’anno, una domenica di ottobre incredibilmente calda per queste latitudini che sembra quasi primavera. In giro con camicia e giacchetta hfaai quasi caldo, per noi che si era abituati ad avere il riscaldamento acceso già da un pò.

Questa domenica, però, ce la ricorderemo: da oggi – 14 ottobre 2019 – Budapest ha un nuovo sindaco e si chiama Karacsony (Natale) ed è la prima volta in dieci anni che la gioiosa macchina da guerra di Orban si inceppa e il paese nelle super elezioni amministrative non vota a valanga per lui e per i suoi candidati.

L’Ungheria non si tinge di arancione Fidesz (colore ormai dimenticato delle rivolte anti comuniste di circa venti anni fa in Romania, Georgia etc.), ma di un inedito ed elegante blu scuro, colore delle opposizioni unite, quasi la sovrapposizione reale del rosso acceso dei socialisti, del blu chiaro dell’ex premier Gyurcsany, del viola di Momentum (giovani liberali rampanti), del bianco dell’ex destra ora centro Jobbik e del verde di Parbeszed, il partito del giovane con la faccia da bravo ragazzo Karacsony Gergely, sindaco uscente del XIV distretto della capitale, sconfitto sonoramente alle elezioni politiche dell’anno scorso che si è ripresentato quasi per mancanza di nomi nuovi.

Vittoria talmente insperata che manco si sa dove andare ad attendere i risultati e festeggiare: Fidesz ripropone la classica Balena, il moderno centro polifunzionale della capitale sul Danubio, bellissimo, a forma di balena che inghiotte Geppetto, ma annunciano già che il discorso di Orban avverrà all’interno stavolta, senza il solito bagno di folla.

Le opposizioni invece sono, senza avvisare sui social e senza dirlo a nessuno, nel 400, uno dei grandi pub del VII distretto, il quartiere ebraico e quello della movida, che fa tanto partito giovane e non impegna molto.

Il posto è blindato e mi rifugio quasi accanto in uno dei ruin pub dove ha la sede elettorale – si fa per dire – il partito satirico del cane a due code, che stavolta ha fatto campagna più dimessa e non ha presentato candidati indipendenti per non toglier voti.

C’è un gran casino: giovani, ma non molti, gente equivoca con maglioni trasandati e cani a due code stampate, il leader del movimento che sembra un ragazzaccio come gli altri, mi siedo su un biliardo rovinato e vedo il maxischermo sintonizzato sul’M1, il canale all news della tv di stato di Orban.

Sin dai primi risultati (dopo il solito inceppamento del server del Viminale magiaro alle 20.39, era successo anche l’anno scorso) si prospetta una chiara vittoria a Budapest di Karacsony e tanti bei successi nel resto del paese.

Tarlos, il sindaco uscente 71enne e vecchio amministratore, uno forse dei pochi ancora con un pò di autonomia dentro Fidesz, compie la telefonata di rito per congratularsi con l’avversario. Anche Orban, da abile politico, non la tira per le lunghe, ammette la sconfitta a Budapest e invoca la collaborazione col nuovo sindaco .

L’Ungheria si è allora rivoltata contro Orban e il trono del despota vacilla? Freniamo gli entusiasmi, amici, Orban gestisce ancora tantissimi soldi da poter spendere per i suoi e per le “sue” campagne elettorali e ha il 90% delle TV e dei media dalla sua (commovente ieri il camioncino rosso di ATV, tv indipendente per le viuzze del VII distretto col suo ripetitore).

Budapest è una grande città, europea, mondiale, come tutte le grandi città è multiculturale, liberal per definizione, cosmopolita e volta le spalle ai populisti che invece parlano alla pancia del paese, così come a Varsavia, Praga, per restare nella regione, alla Londra di Kahn, o al paragone fatto da molti con la Istanbul moderata anche sotto Erdogan, già che la Turchia fa parlar di sé in questi giorni.

Budapest già l’anno scorso, alle politiche, aveva eletto solo sei deputati di Fidesz su 18 collegi. Budapest non è l’Ungheria e non lo è mai stata.

Le opposizioni si sono presentate stavolta tutte unite, senza perdere per piccole percentuali di piccole glorie locali, dell’ex premier ha riacquistato forza elettorale e una nuova voce con Dobrev Klara, la moglie dell’ex premier, e i giovani di Momentum sembrano la nuova grande forza emergente che può scalare i consensi.

E poi c’è stato il grande scandalo sessuale dei giorni scorsi, questo si pare abbia davvero fatto la differenza trasformando la riconferma annunciata del bravo amministratore Tarlos nei primi scricchiolii del sistema Fidesz.

Il sindaco di Gyor, la città dell’Audi nonché a capo del potente comitato olimpico ungherese, protagonista di un blog anonimo di tale avvocato del diavolo che racconta le sue orge (non c’è parola diversa per dirlo) il giorno di Pentecoste su un panfilo in Croazia, con prostitute arrivate in elicottero da Budapest, fiumi di alcool e droghe. Corredato anche di video porno (non c’è parola diversa per dirlo). Tutto questo, a pochi giorni dal voto, ha stravolto tutto, come il video dell’Ibizagate che ha fatto disintegrare il governo tra centro ed estrema destra in Austria.

Questo reportage è tratto dal blog di Alessandro Grimaldi, Live in Budapest, con il titolo Buon Natale a tutti!