di Irene Merli
7 Settembre 2018
di Michael R. Roskam, con Adele Exarchoulos e Matthias Schoenaerts.
Candidato per il Belgio all’Oscar 2018 per il miglior film straniero. Nelle sale.
Gino, detto Gigi, si occupa di import export e sembra danaroso e affascinante. Appassionato di corse di Formula I, un giorno va al circuito di Zolder, abituale sede del Gran premio del Belgio, e viene colpito da Benedicte, detta Bibi, pilota promettente e figlia di un ricco imprenditore di Bruxelles. Tra i due scatta il colpo di fulmine dal primo appuntamento, la sera dopo. Sia lui che lei sono anime solitarie e sembrano muoversi con sicurezza solo nei rispettivi ambienti.Hanno ferite nel loro passato familiare e sentono il bisogno di andare a velocita’ adrenalitica per sentirsi vivi. Bibi sui suoi bolidi, e Gigi?
Dopo la prima notte di passione, Bibi chiede all’uomo di cui si sta innamorando di rivelarle un segreto, qualcosa che non ha mai detto a nessuno. E lui le risponde che in realtà è un gangster e rapina banche. Si apre con la risata della ragazza il dramma di “ Le fidèle”: travolto dall’amore Gigi e’ stato assolutamente sincero. E Bibi lo capirà ben presto, ma ormai troppo tardi perché anche lei si trova in fretta a provare un sentimento potentissimo, assoluto per il suo finto uomo d’affari, ben oltre l’ attrazione fisica. Il loro rapporto resiste a ogni ostacolo e diventa sempre più forte, anche quando Gigi finisce in carcere condannato a 10 anni, dopo una sanguinosa rapina che doveva essere l’ultima. E a farcelo finire, per salvarlo dalle pallottole dei poliziotti, e’ stata proprio la sua donna. “Trova Bibi,e li c’è’ Gigi”….
E’ l’amore incondizionato il tema di “ Le fidèle”, che non caratterizza solo la storia tra i due protagonisti, ma anche quella degli altri personaggi. il padre e il fratello di Bibi non si oppongono al suo rapporto con uomo che e’ si’ fedele, ma è anche un pericoloso gangster, e cercano di sollevare la giovane dalle preoccupazioni delle situazione in cui ha scelto di vivere. Gli amici con cui è cresciuto Gigi, tra un riformatorio e l’altro è un padre crudele e violento, sono la sua vera famiglia, i fratelli pronti a sacrificarsi insieme.
La nuova opera di Roskam, già autore di “Bullhead” e’ un antidoto contro il cinismo diffuso nel nostro tempo, quella scorza dura che alimenta la paura degli altri, divide le persone e finisce per influenzare il clima sociale. L’ amore senza condizioni nasce invece dalle ferite che ognuno di noi si porta dentro. E il film, interpretato da due attori in stato di grazia che rendono assolutamente credibile la loro struggente vicenda, cerca di mostrare con grande chiarezza espressiva quanto queste ferite possano essere guarite dall’amore, o al contrario possano renderci difficile il cammino verso l’altro.
Sceneggiatura e regia vengono valorizzati dalla fotografia, che già dalle prime scene dichiara il tono drammatico della storia. E il lunghissimo, emozionante piano – sequenza finale- girato realmente per strada all’alba, quasi clandestinamente, affidandosi alla fisicita’ di Matthias Schonaerts- sciogliera’ anche i cuori più aridi. e non farà loro rimpiangere la visione di questo film, che non per il Belgio ha mandato agli Oscar .