Dopo essersi scusato per il ritardo, a suo dire dovuto al fatto di aver soccorso un bimbo ferito tra la folla, il presidente turco Erdogan si è presentato ai suoi elettori ad Ankara, dove dal balcone della sede del suo partito, l’Akp, ha annunciato la vittoria alle elezioni presidenziali.
Con toni e atteggiamenti sempre più da leader totalitario, Erdogan ha annunciato che, forte del voto delle urne, è pronto a terminare quanto iniziato anni fa, con un tono minaccioso verso le opposizioni.
Quando risultano scrutinate oltre il 97 % delle schede, non sembrano esserci più dubbi sulla conferma di Erdogan alla guida della Turchia, nonostante il fermo e l’espulsione di alcuni osservatori internazionali indipendenti e la denuncia di pressioni e violenze in alcuni seggi.
L’agenzia stampa di stato Anadolu ha riferito che Erdogan ha vinto con il 52,54% dei voti, mentre il candidato del partito CHP all’opposizione, Muharrem İnce, ha ottenuto il 30,68% dei consensi e ha subito ammesso la sconfitta.
Il partito filo-curdo, noto come HDP, ha ottenuto l’11,67% dei voti, superando lo sbarramento del 10% per entrare in parlamento per un secondo mandato consecutivo. Questo ha diluito la maggioranza del partito al governo di Erdogan, lasciandogli comunque un’ampia maggioranza.
Il vincitore della corsa presidenziale è destinato ad assumere straordinari nuovi poteri strettamente approvati in un referendum lo scorso anno che è stato funestato da accuse di frode. Questi includono il controllo completo del gabinetto e il potere di nominare alti giudici e funzionari, inclusi vicepresidenti non eletti. Il presidente avrà anche il potere di emettere decreti con la forza di legge.