Egitto, la violenza come sistema

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26 Luglio 2019

Un ragazzino del Sinai viene bendato e poi fucilato a sangue freddo da militari egiziani. Human
Rights Wacht accusa le Forze Armate del Cairo di crimini di guerra

Bendato, cammina incerto tra i militari che lo strattonano. Siamo nel Sinai, dove l’esercito egiziano da anni combatte contro i gruppi armati che nella zona compiono attentati contro postazioni militari delle Forze Armate del Cairo.

In un video shock , riportato dall’emittente araba al-Sharq, si vede un ragazzino fermato da militari nei pressi della città di Shekh Zuwaid, nel Nord del Sinai.

LE IMMAGINI SONO SCONSIGLIATE A UN PUBBLICO SENSIBILE

“Come ti chiami?”, chiede un uomo in divisa tenendo il giovane per i capelli. Il ragazzo balbetta, ma risponde. “A quale famiglia appartieni e dove abiti?”, continua il militare. Dopo la risposta, il ragazzo viene spinto e fatto inginocchiare a terra.

Altri uomini in divisa gli sfilano la benda e lo freddano a colpi di Kalashnikov. Human Rights Watch in un rapporto pubblicato nel Maggio scorso, punta il dito contro l’esercito egiziano, accusato di crimini di guerra nei confronti della popolazione locale.

Il rapporto di Human Rights Watch, durata dal 2016 al 2018, ha documentato crimini come arresti arbitrari di massa, sparizioni forzate, torture ed esecuzioni extragiudiziali contro i civili. Non solo: Il rapporto documenta anche le brutali violenze perpetrate dai terroristi verso civili e militari.

Il portavoce della Difesa Tamer Rifai risponde affermando che ”le operazioni nel Sinai sono condotte in maniera legale e che i militari si impegnano per salvaguardare i beni e la vita dei cittadini che abitano quelle zone, cosi martoriate dai terroristi”. Ha inoltre accusato Human Rights Watch di “distorcere la verità a fini politici e di “trasmettere una cattiva immagine dell’Egitto all’estero”;