di Hervé Kempf
16 Luglio 2018
La classe dirigente francese contro una comunità che racconta di un altro stile di vita
L’offensiva del governo contro la ZAD (Zona da difendere in francese NDT) mira alla distruzione di ogni possibilità di vitA alternativa. E si inserisce in una tendenza mondiale della classe dirigente neo- liberale di imporre un potere forte.
Con 2500 carabinieri delle volanti, veicoli blindati, elicotteri… e pure qualche centinaia di carabinieri a Nantes e a Rennes, per coprire la retroguardia.
Dal 9 aprile, la Francia è in guerra. Contro chi ? Contro circa due cento persone, che vivono in un paesaggio di boschi in cui fanno del pane, della birra, dell’orticoltura, e armeggiano, discutano, leggono, entrano ed escono.
L’apparato militare della Francia, che interviene nel Mali, in Siria o in Iraq – senza dibattito parlamentare, al contrario delle prescrizioni dell’articolo 35 de la Costituzione -, si è dispiegato sulla ZAD di Notre-Dame-des- Landes.
La logica di questa operazione che ogni essere ragionevole considererebbe come la manifestazione di un grande delirio appare chiara : dopo aver ceduto davanti ad una lotta popolare abbandonando il progetto di costruzione dell’aeroporto di Notre-Dames-des-Landes, il governo vuole dimostrare la sua forza espellendo gli ‘occupanti illegali’.
Nel disprezzo delle procedure legali d’espulsione, il governo francese ha rifiutato senza discussione la proposta di gestione collettiva dei terreni coltivati da dieci anni dagli occupanti, e non ha il minimo progetto concreto di uso di questa zona unica per la sua ecologia e mantenuta proprio da quelle e quelli che Emmanuel Macron, Edouard Philippe, Gérard Collomb e Nicolas Hulot vorrebbero cacciare.
Questo brillante quartetto mostra così all’opinione pubblica, grazie alle immagini e ai commenti propagati con la complicità dei media di Xavier Niel, Patrick Drahi, Vincent Boloré, Serge Dassault, Arnaud Lagardère, Martin Bouygues, e tutti quanti, cosa significa ‘l’ordine’ e indica ai diversi movimenti sociali di questo paese a cosa possano aspettarsi.
La missione dei 2500 robocop è abbattere la possibilità di vivere diversamente.
Ma non è l’unico effetto politico desiderato da Macron e i suoi sbirri. La sproporzione dei mezzi usati indica che il modo di vivere nella Zad minaccia l’ordine liberale : la possibilità di esistere
diversamente, di cercare la cooperazione invece della competizione, l’organizzazione senza gerarchia tra gli esseri umani, la gestione dei conflitti senza polizia o giustizia, la condivisione del bene comune in armonia con la natura, il vivere con sobrietà, l’uscita dell’asservimento al denaro.
Tutto questo è realtà nella ZAD ? Non si può dire. Ma ci si prova davvero, e numerosi fatti attestano che ci sia qui una magnifica alternativa, una finestra aperta nel muro asfissiante del capitalismo. La mission dei 2500 robocop mandati dal presidente banchiere è proprio di distruggere questa finestra.
Occorre andare ancora più lontano. Quello che sta succedendo a Notre-Dame-des-Landes è una
parte della guerra globale condotta dall’oligarchia contro i popoli.
L’attualità immediata ci ha appena mostrato come il portavoce dei poveri del Brasile, Lula, è stato arrestato a seguito di una sconcertante procedura, o come lo Stato israeliano uccide manifestanti e giornalisti a Gaza.
Sono gli ultimi scheggi dell’ondata autoritaria delle classe dirigenti. Quasi tutta Americaplatina (Brasile, Cile, Argentina, Peru, Guatemala) è passata sotto controllo di governi duri che applicano la ricetta neoliberale.
In Cina, il presidente Xi Jinping ha recentemente rinforzato il suo potere. In Russia, Putin
governa soffocando ogni opposizione. Negli Stati Uniti, Trump prosegue la sua politica di
deregolamentazione finanziaria e ambientale senza contro-poteri effettivi. In Egitto, nelle Filippine, in Polonia, in India, in una decina di altri paesi, si ritrova questa combinazione di potere forte, che difende gli interessi dell’oligarchia, e di distruzione dell’ambiente in nome della crescita.
E l’Europa evolve sempre di più verso questo nuovo modello di oligarchia autoritaria. E infatti una guerra civile mondiale che si svolge, una guerra condotta dalle classe dirigenti contro i popoli increduli dalla globalizzazione, e contro i frazioni che riescano ad opporsi a questa strategia del choc seguita dai capitalisti.
Una cifra evidenzia la sfida che non è solo una lotta sociale, ma proprio una guerra a proposito del futuro dell’umanità su questa pianeta in preda a una crisi ecologica senza precedenti : i membri del gruppo dell’1% dei più ricchi emettono in media ogni anno 80 tonnellate di CO2, ovvero dodici più della media della popolazione mondiale (6,2 tonnellate).
In altri termini, i più ricchi sono i più inquinanti. Nella prospettiva del rischio di cambiamento climatico e le sue conseguenze, si può considerare che queste emissioni di 80 tonnellate di CO2 ogni anno sono davvero criminali.
Le oligarchie promuovono la possibilità di mantenere un sistema in cui dannegiano l’interesse
generale. Perché il cuore dell’interesse generale, in questo inizio del XXI secolo, è proprio la
questione ecologica, di cui il risultato comanda le condizione d’esistenza dell’umanità.
E’ quasi ironico che il loro attacco del momento mira un posto in cui si cerca delle soluzione per vivere in un modo che non danneggia il clima.
Ecco perché Macron, Philippe, Collom e Hulot, che preservano gli interessi dei membri delle 80
tonnellate per anno, sono anche loro dei criminali, ed ecco perché occorre difendere la ZAD.
*Articolo pubblicato dalla rivista Reporterre, traduzione in italiano a cura di Sylvain Bianchi