8 Ottobre 2020
Un movimento chiede il riconoscimento del diritto delle coppie transnazionali al ricongiungimento
Sara, italiana, e il suo compagno Carlos, della Repubblica Dominicana, non si vedono da quasi 200 giorni. Stefano e la sua compagna peruviana sono separati da più di nove mesi. La stessa situazione la stanno vivendo centinaia di altre coppie ancora impossibilitate a vedersi.
In molti speravamo che il DPCM del 7 settembre scorso includesse una soluzione a mesi di lontananza obbligata dai nostri partner residenti in paesi extra Schengen. E invece è stata una sorpresa agrodolce.
Sebbene molti giornali abbiano titolato “apertura alle coppie binazionali”, il provvedimento ha mantenuto un sistema di liste (di cui l’Italia è l’unica promotrice in Europa) per il quale ad alcuni paesi è garantito l’ingresso, sotto determinate circostanze, mentre ad altri continua ad essere vietato.
Nello specifico, ai residenti di paesi dell’Elenco F (Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kosovo, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Montenegro, Oman, Panama, Perù, Repubblica Domenicana, Colombia) è negata l’entrata in Italia.
Questo rende impossibile il ricongiungimento di coppie, ma anche l’ingresso di familiari, studenti e lavoratori non residenti in Italia senza una reale giustificazione.
Dal movimento #LoveIsNotTourism infatti, ci battiamo da mesi per applicare i più ferrei criteri di sicurezza per permettere il ricongiungimento con i/le nostr* partner senza rischi per la sanità pubblica. Non è una richiesta impossibile. Molti paesi in Europa, in primis la Danimarca, da mesi permettono queste riunificazioni, senza discriminazioni in base al passaporto.
La mancanza di regolamenti dettagliati, insieme al complicato sistema delle liste, inoltre, ha causato non pochi problemi a chi, cittadin* degli stati inclusi nel DPCM, si è visto bloccare il viaggio da polizie di frontiera, compagnie aeree e ambasciate che non permettevano il transito o il rilascio dei documenti necessari.
Il nuovo DPCM dovrebbe uscire a breve: ci auguriamo che il nostro Governo possa ancora una volta accogliere le nostre richieste, questa volta garantendo i diritti di tutte le persone che hanno motivi essenziali per viaggiare, senza liste ne ulteriori discriminazioni.
#LoveIsNotTourism
#LoveIsEssential