L’ultima lettera di Shady

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29 Maggio 2020

L’ennesima vittima del sistema carcerario di al-Sisi

Mentre nei paesi cosiddetti democratici, la satira, il prendersi gioco di un capo di stato, attraverso i media o con forme d’arte non è un crimine, dall’altra parte del mondo lo è. Neanche molto lontano da qui, in Egitto, si muore in carcere.

Il fotografo e regista di video musicali egiziano, Shady Habash, è morto nella prigione di Tora, al Cairo, all’età di 24 anni, il 2 maggio 2020, a causa di – secondo la ricostruzione ufficiale – problemi di salute ancora non specificati.

Shady Habash era un giovane ventenne con molto talento nella fotografia e nella regia, come testimoniano i grandi artisti con cui ha lavorato.

Shady ha partecipato alla rivoluzione e ha creduto nei suoi principi ed era, come tanti dei rivoluzionari scesi nelle strade in Egitto, contrario a quelle forme per lui e molti di loro equivalenti di fascismo: la Fratellanza musulmana e il regime di al-Sisi.

Alla fine del primo mandato presidenziale del presidente al-Sisi, il cantante Ramy Essam (residente all’estero) pubblicò una canzone satirica intitolata Balha, ‘faccia da dattero’ un titolo cinico dato da alcuni egiziani al-Sisi.

Il video musicale della canzone, diretto da Shady Habash, gli costò l’immediato arrestato.

Shady è poi rimasto detenuto (in custodia cautelare) per più di due anni senza che l’accusa lo presentasse al processo. Nelle condizioni terribili, da detenuto, il morale di Shady è peggiorato e ha scritto una lettera ai suoi amici dicendo loro che poteva impazzire o morire in qualsiasi momento perché non può più resistere.

La salute di Shady è crollata bruscamente una notte, e i suoi colleghi (tutti prigionieri politici) hanno cercato di chiedere aiuto all’amministrazione carceraria per salvargli la vita e hanno iniziato a bussare alla porta della cella, gridando che Shady aveva bisogno immediatamente di un dottore, ma l’amministrazione carceraria ha completamente ignorato le loro chiamate durante la notte e quando hanno aperto la cella al mattino, Shady era morto.

Shady Habash non è la prima persona a morire nelle carceri egiziane per negligenza medica: è stato preceduto da centinaia di prigionieri che non hanno ricevuto cure mediche e sono morti.

Quello che è successo con Shady è considerato un omicidio premeditato perché il direttore della prigione ha rifiutato di salvargli la vita e senza dubbio il direttore della prigione agisce secondo istruzioni specifiche e quindi il primo responsabile dell’uccisione di Shady è Abdel Fattah al-Sisi in qualità di capo di stato.

Possa riposare in pace l’anima di Shady, ucciso ingiustamente. Quanto ai responsabili della sua uccisione e non solo, il loro resoconto sta arrivando ed è più vicino di quanto credano!

Di seguito l’ultima lettera scritta da Shady il 26 ottobre 2019:

La prigione non uccide, la solitudine lo fa.
Ho bisogno del vostro sostegno per non morire.
Negli ultimi due anni ho provato da solo a resistere a tutto ciò che mi accadeva, in modo da poter uscire di prigione la stessa persona che avete conosciuto, ma non posso andare avanti.

Resistere in prigione significa resistere a te stesso – proteggere te stesso e la tua umanità dall’impatto di ciò che vedi e vivi ogni giorno. Significa impedirti di perdere la testa o di morire lentamente, perché sei stato gettato in una stanza due anni fa, dimenticato, senza sapere quando o come uscirai.

Quindi sono ancora in prigione. Ogni 45 giorni vado davanti a un giudice che mi concede altri 45 giorni in prigione, senza nemmeno guardarmi, senza nemmeno guardare i documenti del caso. Comunque, la mia prossima apparizione in tribunale sarà martedì 19 novembre.
Ho bisogno del vostro sostegno e ho bisogno che ricordiate loro che sono ancora in prigione e che mi hanno dimenticato – e che sto morendo lentamente perché so che sono solo, in mezzo a tutto questo. So che molti amici che mi amano hanno paura di scrivere di me, pensando che sarò rilasciato comunque senza il loro supporto.
Ma ho bisogno di voi e ho bisogno del vostro supporto ora più che mai.’’

Shady Habash