È ormai dal 30 aprile circa che le ONG attive su Calais sono in marcia: partita il 30 aprile da Ventimiglia, la Marche Solidaire terminerà a Londra l’8 luglio.
Tale marcia, che vede come forza motrice l’ONG Auberge des migrants, nata ed attiva su Calais, consta di 60 tappe, passando per le grandi città francesi di Nizza, Marsiglia, Lione, Djion, Parigi e Lille.
Ogni tappa è scandita, per quel che concerne le tempistiche di marcia, dalle 9.30-16.30; la tappa più breve vede un percorso che va tra i 20-25 chilometri.
Facendo affidamento sulle reti che legano l’Ong l’Auberge alle risorse territoriali presenti in ogni tappa, tali risorse aiuteranno tutti coloro che stanno prendendo parte/prenderanno parte alla marcia a trovare un alloggio ed un luogo per i pasti, nonché a definire strada facendo l’itinerario e ad organizzare l’evento permettendo un incontro con i cittadini stessi delle città, cercando di creare momenti di incontro e non di scontro con gli stessi, nonostante a volte i fatti di cronaca sembrerebbero già dare una chiave interpretativa negativa a tali intenti, e ciò aprioristicamente.
I partecipanti alla Marcia sono coloro che si sono iscritti alla “chiamata alla Marcia” iniziale, chi per una chi per più tappe. I partecipanti raggiungono la Marcia prima dell’ingresso in ciascuna città, spesso si tratta di singoli ma anche di organizzazioni che sono d’accordo con gli scopi ed i valori da cui è nata l’iniziativa. Gli stessi partecipano finanziariamente alla Marcia nella misura dei loro mezzi. Per gli iscritti, l’organizzazione della Marcia prende in carico l’alloggio, i pasti e la sicurezza; i partecipanti minorenni possono iscriversi ma vengono obbligatoriamente accompagnati da un adulto.
In ogni momento della marcia il gruppo è preceduto da un furgone sonorizzato e seguito da un altro furgone.
Uno dei furgoni dispone di un kit di soccorso; qualora dovessero esserci feriti o persone semplicemente stanche dal cammino, si può fare una parte della tappa in uno dei due furgoni. I responsabili del corteo hanno a disposizione uno o più numeri di telefono per poter ordinare e farsi pervenire eventuali e necessarie medicine, nonché i soccorsi o le autorità in caso di problemi.
Anche in questo momento, mentre scrivo al computer, la marcia continua, inesorabilmente, entrando di città in città con un impatto ed una forza simbolica forte ma che, si pensa e si spera, possa andare oltre il mero simbolismo.
Rimanendo però sul concetto di simbolismo, ad oggi comunque importantissimo vista la forza che alcune immagini hanno, la scorsa settimana la marcia è arrivata ed entrata a Parigi, proprio mentre la Aquarius entrava a Valencia.
Scrivo a François Guennoc, vice-presidente della Ong francese, chiedendogli come sta andando, come sta, gli chiedo un pensiero su questa marcia di cui lui è massimo rappresentante. François afferma che:
“Tale iniziativa vuole portare su scala nazionale la sfida dell’accoglienza, la necessità ed il bisogno di un’altra politica dell’immigrazione, il rispetto dei diritti dei migranti, la condanna dell’accanimento giudiziario per coloro che vanno invece in loro aiuto. La tappa marsigliese, che ha avuto luogo il 12 e 13 maggio scorso, ha visto la costituzione di un collettivo per accogliere la Marcia con un week-end intero di festa, espressioni artistiche e momenti di rivendicazione per marciare assieme, incontrarsi e condividere belle pratiche”.
Conclude parlando dello spirito e dell’animo che accompagna giorno per giorno tutti i membri della marcia, quello spirito che ha contribuito a creare un gruppo coeso ed armonioso:
“Nel gruppo dei seguaci della marcia si nutrono e nascono legami molto forti. Le associazioni, i collettivi, i cittadini che ci accolgono in ogni città dicono che la nostra Marcia dona loro l’energia e permette loro di prendersi per mano, cioè di fare quello che ordinariamente sarebbe un po’ difficile realizzare!”
Reduce dalla tappa di Parigi avuta luogo nel weekend del 17 giugno scorso, conclude dicendo che diverse migliaia di persone li hanno accolti in quell’occasione nella Capitale.
Ed ora c’è da stare ad attendere e vedere cosa accadrà a Calais, dove nel frattempo gli episodi di violenza istituzionale contro i migranti ed i volontari sono all’ordine del giorno.
Ad ultimo, ad esempio, il 13 giugno scorso un volontario dell’Ong inglese Help Refugees, mentre nel luogo delle distribuzioni quotidiane dei pasti stava assistendo all’ennesima espulsione forzata dal campo nella cosiddetta Rue de Verrotieres, strada accanto alla boscaglia dove fortuitamente si riversano i migranti, concessa quotidianamente per una mezz’ora circa per le distribuzioni alle associazioni come l’Auberge, Utopia56, Help Refugees, per poi mandare le masse di migranti indietro nei boschi come fossero animali e poi andare nella notte a spruzzare spray e gas urticanti nei sacchi a pelo donati dai volontari, è stato spinto e fatto cadere al suolo, vedendosi confiscato il suo telefono dai CRS, polizia francese, che poi lo ha gettato a terra.
Una marcia del genere, in controtendenza rispetto a questo mostro che ormai pervade l’Europa e a cui non so dare un nome ma so descrivere con parole negative quali “odio”, “chiusura” ed “ottusità”, rappresenta qualcosa che dovrebbe andar oltre il simbolismo stesso e che soprattutto vorrei arrivasse agli occhi di più gente:
“Perché le parole non bastano, abbiamo deciso di agire per andare incontro ai migranti. Questa grande marcia organizzata da l’Auberge, batte il campo per marciare su Ventimiglia e Calais. La grande marcia, come molti la chiamano, è più di una processione, è un simbolo di un’umanità che rifiuta di abbassarsi di fronte a decreti o le leggi dei politici di oggi”.
*foto di Vincent Verschoore