Mentre il mondo si ripiega su se stesso a causa del coronavirus, la ricercatrice libanese Nur Turkmani riflette su Rusted Radishes su come le proteste che hanno attraversato il Libano nell’autunno 2019 siano mutate di fronte alle misure di blocco legate alla pandemia.
Il suo racconto riguarda soprattutto la sua città, Tripoli, rivoltatasi ancora all’inizio di maggio nonostante le restrizioni.
Il vibrante racconto di Turkmani parla di rivendicazioni e lotta, ma anche della bellezza del cammino rivoluzionario, fatto di momenti di grazia, avanzamenti e passi indietro spesso brutali.
Una testimonianza che parla di Libano, ma anche di tante altre realtà che negli ultimi anni hanno alzato la testa e portato i loro corpi in strada per esigere diritti e giustizia.
Remind me, I want to beg everyone, to not forget the grandma dancing, the security forces firing teargas, the old man, the protesters risking their health when they return to the squares. Remind me that there is no normal in Lebanon. That there is no normal in many countries and for many communities. That time has never been linear and never will be, and that revolutions, like swimmers in breaststroke, will continue to move in between hope and hopelessness, even when the finish point seems thousands of breaths away.
Clicca qui per leggere il racconto di Nur Turkmani