Nella sola Lombardia sono più di 1.800 i siti contaminati o potenzialmente contaminati (su cui sono in corso attività di approfondimento da parte delle autorità pubbliche) e in tutta Italia circa 6 milioni di persone sono a rischio perché vivono in prossimità di suoli o acque inquinate.
Un tema figlio dello sviluppo industriale del Paese, ma anche di un agire troppo spesso criminale all’interno del ciclo dei rifiuti.
La Terra di Sotto è un progetto che racconta attraverso la fotografia un viaggio lungo l’A4 da Torino a Venezia, autostrada che dietro la sua apparente monotonia conduce lungo alcuni fra i peggiori casi di inquinamento del nostro Paese.
Fra traffici illeciti di rifiuti e inquinamento industriale il virtuoso nord inizia a fare i conti con l’impatto ambientale e sanitario dell’inquinamento del territorio. E se da una parte le conseguenze sono tangibili tra discariche abusive, siti industriali dismessi e capannoni che vanno a fuoco per chiudere in qualche modo un ciclo dei rifiuti che fa troppo spesso dell’agire criminale la sua cifra, dall’altra esiste l’invisibile di luoghi apparentemente immacolati che nascondono invece molecole di morte.
La Terra di Sotto grazie alla fotografia, alla cartografia, all’architettura e al giornalismo ha l’obiettivo di raccontare e documentare dati e storie alla mano le criticità ambientali che ormai quotidianamente impattano sul territorio e sulla vita delle persone.
La Terra di Sotto – Il libro from Luca Quagliato on Vimeo.
Il progetto prende le mosse da un’idea del fotografo Luca Quagliato che nel 2014 ha iniziato a documentare i casi di contaminazione e inquinamento nel nord Italia. Negli anni si sono aggregati il giornalista Luca Rinaldi, membro di IRPI (Investigative Reporting Project Italy) che da tempo si occupa di crimini ambientali, il cartografo Massimo Cingotti e Matteo Aimini, ricercatore in architettura del paesaggio.
Il 26 ottobre è stata lanciata la campagna di raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso per finanziare il libro che riunirà tutte le esperienze di questi anni e che servirà a portare il progetto in Italia e in Europa anche attraverso mostre e seminari nelle scuole e nelle università.
«Il paesaggio del produttivo nord – spiegano gli autori – è costellato di casi di inquinamento di terra e acqua, per non parlare della qualità dell’aria che respiriamo. Fotografare questo momento storico per noi significa prendere atto delle pessime condizioni ambientali del territorio in cui viviamo e diffondere questa conoscenza, stimolando la ricerca, l’attivismo e lo studio di soluzioni riguardo un tema troppo spesso dimenticato indietro dall’agenda politica di turno».