Joe Biden, presidente Usa, ha difeso con fermezza la decisione del ritiro delle truppe statunitensi. I soldati americani non potevano continuare a morire per l’Afghanistan, ha detto. Ma ancora più straniante un’altra frase: abbiamo dato all’Afghanistan tutto quello che potevamo.
Venti anni di guerra. Questo è stato dato all’Afghanistan e ora le dichiarazioni dei cosiddetti leader occidentali è una sequela di ‘abbiamo sbagliato’, dove l’errore non è di quelli tollerabili. La ‘Guerra al terrorismo’ che esportava democrazia è finita peggio dello status quo ante.
Al di là dei grandi giochi che ancora una volta hanno scelto l’Afghanistan come scacchiera, dell’apertura della Cina ai Talebani e delle immagini terrificanti che giungono da Kabul, a fregarsi le mani in questi venti anni è stata la lobby delle armi. Che ha contribuito a scatenare la spirale che ha portato alle migrazioni e poi ai rimpatri forzati, con una giustificazione ideologica che ha giocato per troppi anni sul concetto di missioni di pace, per vedere ormai riconosciuto l’intervento squisitamente militare di chi ha partecipato. La guerra in Afghanistan è costata una fortuna, una fortuna incassata dai fabbricanti di armi.
Le fonti di questi numeri diffusi da Il Sole 24ore sono diverse e vanno da USAID a rapporti del Congresso Usa a paper di ricerca universitaria Usa (Brown University, citata da Bbc).
Nel 2017 Emergency ha prodotto un webdocumentario Storia di una pallottola, con testi di Cecilia Strada e voce narrante di Valerio Mastandrea. Un medico guarda una pallottola che si è conficcata nel cranio di una bambina di sette anni. Da dove viene quella pallottola?
Il webdoc cadeva nei 15 anni di guerra. Ma i dati e le fonti che vengono riportati sono un ottimo strumento per capire uno degli aspetti del grande fallimento dell’intervento militare. Per questo abbiamo deciso di riproporlo.
Per ascoltare e vedere il webdocumentario clicca qui.