1 Febbraio 2019
Tra politica ed economia, storia e turisti, attivismo e futuro. In dieci scatti
Atene: una città vivace, dinamica, in continua trasformazione, ma anche una metropoli difficile, alle prese con problemi come la povertà, la criminalità e l’emigrazione.
Un luogo per disambientati, o meglio per disambientarsi. Per scoprirla, ecco un viaggio composto da dieci foto, che raccontano la capitale greca da un punto di vista diverso.
1. Il viaggio in traghetto. Per arrivare ad Atene non c’è solo l’aereo, ma anche il traghetto, che in inverno impiega 25 ore. Tra i passeggeri, gruppi organizzati di turisti italiani, backpackers svizzeri e austriaci, albanesi e greci che tornano a casa per le feste.
2. L’Acropoli. Nel 2017 cinque milioni di turisti hanno visitato Atene, nel 2012 erano stati la metà. Gli ingressi ai siti archeologici e ai musei, da soli, portano circa 100 milioni di euro di entrate per lo Stato.
3. Exarchia, il quartiere anarchico più grande d’Europa. Qui migranti, artisti, writer e attivisti convivono autogestendo le attività della zona. L’area è diventata tristemente famosa nel 2008, quando la polizia ha ucciso il quindicenne Alexandros Grigoropoulos durante un pattugliamento.
4. Partenone in vendita (o forse no). A ottobre, il Partenone è rimasto chiuso per 24 ore per uno sciopero dei dipendenti, che pensavano che il governo lo volesse privatizzare. Il governo ha smentito, anche se è vero che negli ultimi anni molte grandi proprietà statali greche sono state privatizzate e vendute a società straniere.
5. Stazione di Atene. I km della rete ferroviaria greca sono pochi, prevalentemente montagnosi, e i treni sono ancora molto lenti. Per questo, la maggior parte dei locali si muovono con autobus a lunga percorrenza. La Ose, compagnia ferroviaria nazionale greca, dal 2005 è stata trasformata in una società per azioni, allo scopo di separare la gestione dell’infrastruttura dai servizi. Nel 2011, dopo la crisi, una delle condizioni per il salvataggio imposte dalla comunità internazionale fu che la Grecia cominciasse un grosso processo di vendita del suo patrimonio pubblico. Venne creato il Fondo di sviluppo del patrimonio della Repubblica ellenica, che da allora ha gestito la vendita di società e beni pubblici, tra cui appunto la Ose, acquisita nel 2016 dalle Ferrovie dello Stato italiane per 45 milioni di euro, e anche il porto del Pireo di Atene, ceduto alla società Cosco, compagnia di stato cinese che fornisce servizi di spedizioni e di logistica, per 368,5 milioni di euro.
6. Lo spettro della gentrificazione. Atene è una città molto grande: la sua area metropolitana ospita un quarto dei circa 11 milioni di abitanti della Grecia e ha un’estensione di tremila chilometri quadrati (per capirci, 16 volte quella di Milano). Negli ultimi anni, molte case si sono svuotate per la crisi economica: alcuni sono andati all’estero, altri si sono trasferiti in aree meno costose. Molti giovani, anche di altri paesi, si sono trasferiti ad Atene, percepita come una città dinamica e aperta al cambiamento. Oggi alcuni quartieri prima dimenticati sono ripartiti, come Psiri e Gazi, aree un tempo considerate pericolose, ora diventate alternative e di tendenza. Il rovescio della medaglia è il rischio di speculazione e gentrificazione, che porterebbe il centro e la prima periferia a diventare quartieri residenziali per ricchi o per turisti. Un passaggio chiave in questo senso sono stati i Giochi Olimpici del 2004: in quel momento si è assistito a una corsa alle grandi opere, che in alcuni casi ha modificato le destinazioni d’uso del suolo, permettendo la costruzione di alberghi di lusso e stravolgendo gli equilibri della città. Negli ultimi anni, poi, le autorità hanno puntato sullo sgombero di spazi occupati, perquisizioni e controlli a tappeto nelle aree più centrali. Tra gli sgomberi c’è stato quello del teatro Embros, divenuto un simbolo del teatro indipendente.
7. Street art ad Atene. Questo murales di Blu sovrasta il Navarinou Park, orto comunitario occupato e autogestito. Precedentemente la zona era adibita a parcheggio, dove era previsto dovesse sorgere un edificio con nuovi uffici. Lo spazio è stato quindi occupato e trasformato, per opporsi alla gentrificazione. L’opera di Blu dialoga con il contesto circostante, con l’obiettivo di fermare la speculazione edilizia.
8. Cani e gatti randagi. In Grecia, con la crisi economica, si è acuito il problema del randagismo: oggi si parla di centinaia di migliaia di animali che girano per le strade senza un padrone in cerca di cibo, alcuni dei quali vengono curati e sterilizzati da alcune associazioni di volontariato. Ma anche prima della crisi, il tema era all’ordine del giorno: nei mesi che hanno preceduto l’inizio delle Olimpiadi del 2004, molte associazioni denunciarono strani ritrovamenti di gruppi di cani avvelenati, che secondo alcuni erano stati uccisi per ripulire la città in vista dell’arrivo di turisti e autorità.
9. La sede degli ultras dell’AEK Atene. Dal 1924, la squadra tenta di inserirsi nella storica lotta tra le più grandi Olympiacos e Panathinaikos. Gli ultras dell’AEK sono un gruppo dichiaratamente di estrema sinistra, antifascista e antirazzista, gemellato con le tifoserie più “rosse” d’Europa: quella del Marsiglia, della Sampdoria e del Livorno.
10. Monumento ad Alekos Panagulis. Chi era Alekos Panagulis non è facile da riassumere: politico, attivista e poeta greco, è stato lui l’uomo che nel 1968 tentò di uccidere il dittatore Geōrgios Papadopoulos, motivo per cui venne arrestato, torturato e imprigionato fino alla sua liberazione nel 1973. Fu anche il compagno della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci, che ne racconta la storia nel libro Un Uomo. Dopo un periodo di esilio in Italia, nel 1974 Panagulis divenne deputato al parlamento greco, ma morì due anni dopo in un misterioso incidente, mentre stava indagando sui rapporti tra alcuni membri del nuovo governo democratico e i militari all’epoca del regime. Qui (all’articolo 8), il discorso che Alekos tenne davanti al tribunale della dittatura militare nel 1968, quando venne processato.