Giocare a calcio oltre i 3000 metri di altitudine può essere un problema. Lo sanno bene quei calciatori che hanno calcato il prato dello Stadio Hernando Siles, a La Paz, in Bolivia. Il campo di gioco della nazionale boliviana, capienza 45.000 spettatori, si trova a 3.600 mt.
A un certo punto della partita la mancanza d’ossigeno inizia a fare il suo effetto: gambe molli, tempi di recupero più lenti, affaticamento, errori banali e “lisci” improvvisi. Il tutto, ovviamente, solo per i giocatori ospiti. Quelli di casa sono abituati all’altitudine: fu così che nel 1994 la selezione boliviana vinse facile 2-0 contro il Brasile. O quando, il 1 aprile 2009, una certo non irresistibile Bolivia asfaltò 6-1 l’Argentina in una partita valida per le qualificazioni al Mondiale di Sudafrica 2010.
Non sono mancati i grandi talenti nel calcio boliviano: Erwin “Platini” Sanchez per esempio, che nel 2000 condusse il Boavista alla vittoria del campionato portoghese. O Marco Etcheverry, capelli corti davanti e lunghi dietro, attaccante considerato inadatto per il calcio europeo. Nonostante questo, però, è stato lo Stadio Hernando Siles e la sua altitudine a fare la differenza per la Bolivia, che ha ottenuto risultati importanti solo a La Paz.
In tutte le 40 edizioni della Copa América i boliviani sono arrivati solo due volte sul podio, ovvero quando hanno ospitato la competizione sul proprio altiplano.
Il “fattore stadio” suscitò proteste delle altre nazionali sudamericane, accolte dalla FIFA nel 2007: il 27 maggio di quell’anno il massimo organo calcistico decise di vietare che gare internazionali potessero svolgersi a più di 2500 m s.l.m. Seguirono le proteste non solo della Bolivia, ma anche dell’Ecuador (il cui stadio nazionale, l’Olímpico Atahualpa di Quito, sorge a 2850 m s.l.m.) e della Colombia (ove El Campín di Bogotà si trova a 2640 m s.l.m.).
La protesta, culminata con una dimostrazione di gioco in altura del presidente boliviano Evo Morales – che improvvisò una partitella a 5000 mt sulle Ande – sortì i suoi effetti. Il 27 giugno 2007, infatti, la FIFA modificò la propria decisione, portando a 3000 m s.l.m. il limite massimo cui si può giocare una partita internazionale. Un’altezza non ancora sufficiente per rendere a norma l’impianto di La Paz, ma alla Verde fu concesso uno speciale permesso così da poter continuare a giocare all’Hernando Siles.
I diversi quartieri di La Paz si trovano ad una quota variabile tra i 3.200 e i 4.200 metri e questo influisce in parte anche su meteo e temperature.
L’inverno, freddo e secco, va da maggio a ottobre ed è il periodo di alta stagione turistica. Le temperature notturne scendono facilmente sotto lo zero mentre di giorno la temperatura è abbastanza mite, tra 12 e 15 gradi. La neve è abbastanza rara, ma può cadere, come il 4 luglio 2015 o nel più recente 18 luglio 2019.
L’estate, nuvolosa e con piogge, va da novembre a aprile. Le temperature minime salgono sopra lo zero, ma quelle massime non superano quasi mai i 17-18 °C per via del cielo coperto.
Un clima quindi temperato-freddo tutto l’anno. La mancanza di alte temperature non favorisce la crescita di alberi ad alto fusto, per cui domina la tundra come nelle zone subartiche.
Questo articolo è stato ripreso da meteotrip.it