Il 29 febbraio – 1

di

3 Marzo 2020

Il contagio delle storie – 1

Convinti, quando le cose vanno bene e quando le cose vanno male, che ciascuno deve fare il suo lavoro, ci troviamo come redazione di fronte a un evento globale, che concorre a mettere a nudo quelle paure che saranno l’argomento del terzo numero del nostro semestrale cartaceo.

Partendo dal testo di Angelo Miotto, abbiamo deciso – nostra vecchia passione – di lanciare un Decameron online, nella vecchia tradizione, di fronte alle paure, di riunirsi attorno al fuoco (della passione narrativa) e di raccontarsi storie.

Mandateci il vostro racconto di questi giorni di Corona virus, tra allarmismi, improvvisati esperti, legittime paure e doverose cautele. Va bene, al solito, qualsiasi linguaggio: audio, testo, video, foto. Inedito o citando altri. Scrivete a redazione@qcodemag.it e noi vi pubblicheremo.

Il contagio delle storie – 1

Il 29 febbraio – di Andrea Cardoni 

 

Ogni 3500 anni c’è oggi

Oggi è stato il giorno che a Milano c’è stata una di un telegiornale che va in onda tutto il giorno che ha tenuto un microfono in una mano e per tutto oggi, ogni mezz’ora, ha guardato dentro a una telecamera e ogni volta che sulla telecamera si accendeva la luce rossa diceva “qui a Milano camminano in fretta e fa impressione. Più si cammina e più ci si rende conto che ci sono tre tipologie: lo spaventato, lo spaventatissimo e il tipo che ci scherza su e infine c’è il non è vero ma ci credo”.

E poi prima che dalla telecamera si spegneva la luce rossa diceva di aver visto  “tante persone che svuotano i supermercati con diverse casse d’acqua”.
Sempre oggi, a Torino, c’è stato un altro di un telegiornale che va in onda tutto il giorno che pure lui è stato tutto oggi a guardare dentro a una telecamera, pure lui con in mano un microfono, e ogni mezz’ora si faceva vedere davanti a una tenda blu e ogni volta che sulla telecamera accendeva una luce rossa apriva la tenda blu dove dentro non c’era niente, si rigirava verso la telecamera e ha detto che quella tenda blu “non è mai entrata in funzione”.
Poi oggi, quand’era sera, a Milano c’è stato uno che stava da solo in un ufficio con addosso una giacca e una cravatta, i capelli pettinati all’indietro e lui invece guardava dentro a un computer e che ha detto che voleva raccontare un po’ di quello che è successo oggi: “Ebbene sì, amici (…) da oggi qualcosa cambierà per cui per due settimane cercherò di vivere in una sorta di auto-isolamento”.
Poi si è messo una cosa verde prima davanti agli occhi, poi se l’è messa sulla bocca e poi ha continuato a parlare con quella cosa verde che gli copriva la bocca e ha detto “Oggi ho già passato la giornata indossando per precauzione la mascherina e quindi mi vedrete nei prossimi giorni non spaventatevi sono sempre io sono pronto a difendere tutti gli altri lombardi”, ha detto questo da solo nel suo ufficio guardando dentro al suo computer.
E poi oggi c’erano certi che facevano le fotografie alle loro scope perché ci tenevano tanto a far vedere che proprio oggi le scope stavano in piedi da sole perché, dicevano nella descrizione delle loro fotografie che volevano far sapere a tutti, che era per merito dell’inclinamento dell’asse terrestre e che quindi le scope stanno su da sole ogni 3500 anni. Arrivederci.