di Sentiti Libera and Sofia Nardacchione
4 Aprile 2020
Il podcast con le notizie della settimana nel programma di Q Code Mag e Libera Bologna
Il rischio che le mafie approfittino della situazione di emergenza causata dal Covid19 è alta: da Nord a Sud sono in tanti a lanciare l’allarme. La rassegna stampa di questa settimana di Sentiti Libera – il programma di podcast a cura di Q Code Mag e Libera Bologna – si apre con le analisi e le interviste riportate dai giornali di tutta Italia sul tema, nel podcast a cura di Sofia Nardacchione, Sara Barattini e Lorenzo Pirozzi.
Gli aiuti statali per far fronte alla crisi causata dal Covid19 devono essere tempestivi, o il disagio si trasformerà presto in violenza. Ne è convinto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, secondo cui il malcontento avanza e le mafie soffiano sul fuoco, speculando sul bisogno.
L’ipotesi è confermata anche dalle indagini dei Ros dei Carabinieri, come riportato dal Sole 24 ore, che hanno riscontrato al Sud un tentativo di strumentalizzazione del disagio economico per ricavarne consenso sociale e al centro-nord il rischio di contaminazione sul fronte imprenditoriale, dove le mafie sono infiltrate in una rete di professionisti compiacenti.
Gli elementi che invogliano le mafie all’azione ci sono tutti, secondo il magistrato Roberto Tartaglia: “una micidiale carenza di liquidità, lavoratori in nero privi di ammortizzatori sociali, la prospettiva di importanti investimenti pubblici e la possibile sottovalutazione generale di questi rischi, all’insegna di uno slogan secondo cui occorre ripartire, in qualsiasi modo e a qualsiasi costo”.
Intanto, nonostante il lockdown in corso i clan continuano a manifestare la loro presenza sui territori, incuranti dei divieti legati all’emergenza sanitaria: nella notte tra il 30 e il 31 marzo nel quartiere Ponticelli di Napoli, c’è stata la seconda sparatoria di camorra in due giorni. Uno dei proiettili vaganti ha colpito l’auto di Fabio Giuliani, referente di Libera Campania.
In Puglia, invece, la mafia foggiana nel pomeriggio dell’1 aprile ha manifestato la sua prepotenza con un attentato dinamitardo davanti al centro per anziani “Il sorriso di Giovanni”. La struttura era già stata colpita lo scorso gennaio, per spaventare i gestori, Luca e Cristian Vigilante, testimoni dell’accusa nel processo “Decima Azione” che denuncia il racket di Foggia. Vigilante, però, non si arrende e ha spiegato che non vuole darla vinta ai malavitosi. “Non è giusto per questa città e per tutti i cittadini. Se chiudessimo in queste circostanze, avremmo fallito tutti”.