4 Dicembre 2019
Dal 5 al 7 dicembre organizzato da Libera Bologna e Libera Informazione. Q Code sarà ospite e presenterà la nuova rivista semestrale
“Un’informazione libera aiuta i cittadini a capire, per distinguere e per prendere parte a una lotta che è civile e, quindi, di tutti e tutte”.
Corruzione, memoria, femminismo come arma di rottura degli schemi sociali mafiosi, legalità democratica, narrazione delle mafie che evolvono. Sono questi i temi principali della quarta edizione del Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno che si svolgerà a Bologna dal 5 al 7 dicembre. Il programma è ricco e diversificato (potete leggerlo qui) per un festival che ormai è diventato un appuntamento fisso fatto di narrazioni, incontri, presentazioni e spettacoli, per costruire insieme una comunità libera dalle mafie. Un compito difficile in una città che continua a sentirsi lontana dalle logiche mafiose, lontana da un’infiltrazione e un radicamento delle associazioni criminali, nonostante le operazioni, i processi, i beni confiscati e i tanti segnali presenti sul territorio.
“Lo scopo di F.I.L.I. – afferma Fiore Zaniboni, referente di Libera Bologna – è quello di discutere del contrasto alla criminalità organizzata e raccontare le mafie emiliane in una città che si crede ancora, troppo spesso, immune dal fenomeno. I dati sui beni confiscati, sulle operazioni delle forze dell’ordine, su narcotraffico, caporalato, corruzione ci dimostrano il contrario. E proprio in un bene confiscato, Villa Celestina, abbiamo deciso di presentare questa quarta edizione”.
“È importante che a Bologna, e in particolare in un bene confiscato – afferma Matteo Lepore, assessore del Comune di Bologna – si faccia informazione e formazione, come è importante nella nostra città parlare di corruzione, un tema difficile da affrontare, per la sua complessità e difficoltà di emersione. Il festival anche quest’anno è stato presentato proprio a Villa Celestina, un luogo simbolico. Il progetto del Comune è quello di riutilizzare questo bene confiscato per una finalità sociale, per aumentare l’offerta di alloggi in locazione da destinare ai cittadini più vulnerabili inseriti in percorsi di transizione abitativa”.
Focus centrale di questa quarta edizione sarà la corruzione, fenomeno approfondito nel dossier “Corruzione sepolta. Bologna, tra dinamiche corruttive e strumenti anticorruzione”. IlFestival dell’Informazione Libera e dell’Impegno è infatti il momento finale di un lavoro collettivo fatto sul territorio per far emergere i fenomeni mafiosi.
“La corruzione – afferma Lorenzo Frigerio, coordinatore della FondazioneLibera Informazione -, è un fenomeno difficile da far emergere: la cifra oscura ha un peso ben più rilevante di quanto accade per altri reati, perché purtroppo è molto elevata. Infatti, si tratta di un elemento costitutivo il reato stesso, in quanto corrotto e corruttore spesso sono gli unici a conoscenza del patto corruttivo che hanno stretto e quindi, se nessuno dei due parla, all’esterno nulla è destinato a trapelare. Raccontarla è quindi una grande sfida, per provare a dare alla città e ai cittadini ulteriori strumenti e maggiore consapevolezza, necessari per affrontare i fenomeni criminali e mafiosi”.
“Raccontare le mafie – afferma Sofia Nardacchione, responsabile del settore informazione di Libera Bologna – significa quindi costruire una consapevolezza diffusa, dare informazioni che diventino strumenti. Raccontare le mafie significa fare un’informazione che argomenti, che distingua. Un’informazione libera aiuta i cittadini a capire, per distinguere e per prendere parte a una lotta che è civile e, quindi, di tutti e tutte”.
Il focus centrale della quarta edizione del Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno sarà la corruzione. Venerdì 6 dicembre alle 18.30 nel Teatro del DamsLab verrà presentato il dossier “Corruzione sepolta. Bologna, tra dinamiche corruttive e strumenti anticorruzione”: un lavoro collettivo fatto da Libera Bologna e Libera Informazione, è il terzo dei dossier
“R.I.G.A. – Report e Inchieste di Giornalismo Antimafia” che raccontano mafie e corruzione a Bologna. Il tema verrà affrontato anche in università, nell’incontro “Corruzione in università. Burocratizzazione e salvaguardia del sapere”, e la mattina con gli studenti e le studentesse del Liceo Laura Bassi in un laboratorio di anticorruzione, fatto insieme al Gruppo Abele, per dare ai ragazze e alle ragazze strumenti contro i fenomeni corruttivi.
Altro argomento che lega le iniziative del festival è la memoria: il 5 dicembre alle 20.30 ci sarà l’iniziativa “2 agosto 1980. Una strage ancora in cerca di verità”. Un incontro importante che arriva nella fase finale del processo Cavallini bis per la strage alla stazione di Bologna, per cui familiari, istituzioni e cittadini chiedono ancora verità e giustizia, come avviene troppo spesso anche per le vittime innocenti delle mafie.
Il festival inizierà con la presentazione del libro di Ester Rizzo “Le Ricamatrici”, alla libreria Trame. Un libro che racconta la storia di un gruppo di ricamatrici calabresi negli anni Settanta che decide di mettere fine ai soprusi subiti e di iniziare a reclamare i propri diritti di donne e di lavoratrici. Una presentazione che introduce un tema importante per Libera: quello del femminismo come arma di rottura degli schemi mafiosi. Insieme all’autrice sarà presente il Gruppo Abele, che presenterà InTessere, il progetto di sartoria popolare che nascerà l’anno prossimo a Torino. Storie che si intrecciano per spiegare che non esiste riscatto senza lavoro e che non dovrebbe esistere lavoro se non quello degno di essere chiamato tale.
L’ultima giornata, sabato 7 dicembre, sarà dedicata alla narrazione delle mafie: come raccontare le mafie moderne, che cambiano modalità, che sono difficili da riconoscere? Domande a cui cercheranno di rispondere i relatori dell’iniziativa “Le mafie cambiano, e il racconto? Voci, immagini e video per narrare la criminalità organizzata”, a cui seguirà la conferenza-spettacolo “Rifiutopoli. Veleni e antidoti”. Saranno presenti Angelo Miotto, direttore di Q Code Mag e autore di audio, video e web documentari, Enrico Natoli, disegnatore, Luca Barra, esperto di media e cultura della televisione e Enzo Bevar di Cinemovel, per approfondire i diversi linguaggi con cui è possibile raccontare le mafie. Ma ci sarà anche un ragionamento sulla narrazione dell’antimafia: nel pomeriggio si terrà un’assemblea pubblica sulla “legalità democratica”, per costruire un vocabolario collettivo, nuovi strumenti perché la legalità sia uno strumento per raggiungere la giustizia sociale, uno strumento di tutti e tutte, a partire da Bologna.
Domenica 8 dicembre, collegato a F.I.L.I. ci sarà una iniziativa a Villa Celestina in cui presenteremo Q CODE, il nuovo semestrale di geopoetica, insieme a Libera, approfittando della graphic novel di Enrico Natoli, su testi di Sofia Nardacchione Muri Liberati dalla Mafia.