E così torna la Settimana in musica di Q Code Magazine e lo fa dedicandosi al 68, visto dagli altri.
Chi saranno gli altri?
I musici, gli artisti della parola cantata, della melodia graffiata, delle magliette colorate, gli occhiali a forma di cuore, il microfono stretto a due mani, la chitarra suonata sul ciglio del palcoscenico.
Introduzione di Angelo Miotto e Christian Elia
“Ogni tempo ha le sue rivoluzioni, che hanno un senso e una storia in quel contesto, umano, politico, economico e culturale.”
Per questa ragione partiamo con The Beatles con Revolution 1.
E oggi, qual è la rivoluzione che cerchiamo? Dove stiamo andando? La riascolto almeno tre volte questa canzone, che non sentivo da tempo, la riascolto e mi vado a trascrivere l’inizio, così, per rimarcare le ragioni della rivoluzione, quella che balla sui giri di basso e, la sera, fa la sua preghiera laica, implorando il mondo di ascoltarla.
You say you want a revolution
Well, you know
We all want to change the world
You tell me that it’s evolution
Well, you know
We all want to change the world
But when you talk about destruction
Don’t you know that you can count me out
Don’t you know it’s gonna be
All right, all right, all right
Il Maggio del ’68, spinse Fabrizio De Andrè a comporre l’album Storia di un impiegato. Un disco denso, di cui ascolteremo, appunto, la canzone del Maggio e come sempre sottolineeremo alcune parole importanti, per rompere le barricate, per cancellare la paura di cambiare.
Anche se avete chiuso
Le vostre porte sul nostro muso
La notte che le pantere
Ci mordevano il sedere
Lasciamoci in buonafede
Massacrare sui marciapiedi
Anche se ora ve ne fregate
Portogallo di Marcello Sacco
“Fra gli studenti nascono forme di contestazione che mirano a spaginare la convivenza tra legalità moderata e militanza clandestina, e tendono a scavalcare a sinistra lo stesso Partito comunista.”
E il sogno di scendere in strada e uscire dalla militanza clandestina. Io, dalla mia stanza nella periferia di Milano, mi immagino ragazzi e ragazze, che ascoltano di nascosto The Rolling stones, sperando di uscire, un giorno e dar voce alla propria voce.
Hey so my name is called Disturbance
I’ll shout and scream
I’ll kill the king, I’ll rail at all his servants
“fanno come i coetanei di mezzo mondo al suono della chitarra di Joan Baez: manifestano contro la guerra in Vietnam. Il ’68 portoghese comincia proprio così, con i cortei di gennaio davanti all’Ambasciata USA, che si concludono con cariche e arresti.”
Dove sono finiti tutti i fiori?
Italia di Gaetano Siracusa
“Nell’estate di quell’anno sulla terrazza dell’unico stabilimento balneare di san Leone, la marina della città, una ventina di amici, quasi tutti iscritti al primo anno di università, si incontravano di pomeriggio e discutevano. Parlavano della notte passata che li aveva dispersi e dell’invasione di Praga, dei due tedeschi che erano spariti e del Vietnam.”
Ho cercato delle canzoni italiane del tempo e ho trovato questo pezzo dei Rokes, che mi ha fatto tenerezza e mi ha restituito un po’ del sogno e della voglia di libertà.
La notte cade su di noi
la pioggia cade su di noi
la gente non sorride più
vediamo un mondo vecchio che
ci sta crollando addosso ormai…
ma che colpa abbiamo noi?
Sarà una bella società
fondata sulla libertà
però spiegateci perché
se non pensiamo come voi
ci disprezzate… come mai?
Ma che colpa abbiamo noi?
E se noi non siamo come voi…
e se noi non siamo come voi…
e se noi non siamo come voi…
una ragione forse c’è
e se non la sapete voi…
e se non la sapete voi
ma che colpa abbiamo noi?
Che colpa abbiamo noi?
“Ma forse durante l’estate del ’68 quei ventenni guardavano il mare anche perché sapevano che prima o poi lo avrebbero attraversato, che avrebbero viaggiato.”
Questa traduzione di una canzone dei Rolling Stones è la canzone giusta per un viaggio che stava per arrivare.
Libertà sorella del vento
E’ qualcosa che non hai, è qualcosa che tu vuoi
dicon tutti è questa qui però non è
forse tu la troverai tra i ragazzi come noi
ma i ragazzi come noi che voglion tutti mondi nuovi
fatti sol di libertà, solo di fraternità
Tu non parli come me, io non parlo come te
ma son certo che il mio sogno capirai
con un po’ di volontà questo mondo cambierà
e domani noi saremo veramente tutti amici
nella vera libertà, fatta di fraternità
E così
vicino a te,
accanto a te
la libertà
libertà sorella del vento
E’ qualcosa che non hai, è qualcosa che tu vuoi
dicon tutti è questa qui però non è
forse tu la troverai tra i ragazzi come noi
ma i ragazzi come noi che voglion tutti mondi nuovi
fatti sol di libertà solo di fraternità