La Matita di Enrico Natoli
Torneremo presto di Maria Teresa Rizzo
Quando esce questa canzone di Franco Battiato, è il mese di Ottobre (credo) del 2019, che se ci penso, mi sembrano passati almeno 10 anni, ma questo è un altro discorso.
La vita non finisce
È come il sogno
La nascita è come il risveglio
Finché non saremo liberi
Torneremo ancora
Ancora e ancora
Maria Teresa Rizzo fa una riflessione sulla sosta nel momento della necessità. Che il mondo non finisce se non posso tornare a casa.
Io non lo so se sia vero, oppure no, ma ho bisogno di tornare ancora e ancora e ancora.
Covid19 e gli effetti psicologici dimenticati di Sofia Nardacchione
Mi piace ascolta Mahmood, quando voglio sentirmi giovane lo faccio, una volta ho ascoltato questo singolo che si intitola appunto Dimentica. Il primo singolo. La prima cosa che ci ha voluto dire questo artista. Ecco. Leggere le parole di Nardacchione mi ha fatto pensare alle cose che si dicono per la prima volta, le cose che si dicono e quello che non si può dimenticare.
Quei cento pugni sul muro
Questo mio cuore a digiuno
Polvere, polvere
Ora è polvere
Quel muro
Sto impazzendo
Sto impazzendo
In questa stanza blu
Chiudo la porta, le finestre
Non so più ridere
“Siamo in una situazione in cui è chiaro l’impatto psicologico e relazionale – afferma Manduri – e quindi la sua pericolosità. Tuttavia nei protocolli degli interventi della sanità pubblica è raro trovare il supporto psicologico. Ancora una volta non si considera come fattore importante quello dell’impatto psicologico, ma, soprattutto, quello dell’intervento psicologico. E di quanto questo possa ridurre anche il carico clinico e medicale futuro”.
Palestina, la solidarietà dal basso al tempo del Coronavirus di Cecilia Dalla Negra
Di tutte le parole mi rimane: catastrofe.
E allora ho bisogno di un respiro, di un caos calmo, ho bisogno di dire “Io resto qui”.
Passeggiando in bicicletta sul vuoto di Elisa Gianni
“Giorni in cui finire i libri lasciati a metà, divorare quelli comprati e mai aperti; giorni in cui scriverli, i libri.”
Dice Elisa Gianni.
Oppure pedalare a basta, nella testa, nei ricordi, macina chilometri di strada.E mi riappare una delle mie canzone preferite di Frankie hi-nrg mc.
Insegui la tua storia, ovunque vada.
L’hai voluta tu la bicicletta.
Canzone tratta dall’album Essere umani, anno 2014.
Negri gialli e altre creature immaginarie, di Yvan Alagbé di Luca Rasponi
«Lo spaesamento è la sintassi naturale di Yvan Alagbé»
E così io ho scelto Cinghiali incazzati degli Ex-Otago.
Chè a me sta canzone mi rallegra, mi fa ridere quando uno mi dice: cosa stai ascoltando?
Cinghiali incazzati! Ahahaha. Rido, ecco.
Ehi tu, come ti senti? Che cosa sei?
Siamo filosofi, operai, faccendieri e disperati, cinghiali incazzati
Ed io non sono un uomo, almeno non ne sono sicuro.
Era di maggio di Luca Di Quarto
“Ho intenzione di farmi un caffè. Genero entropia: caffettiera, barattolo del caffè, quello dello zucchero, cucchiaino e bottiglia d’acqua. Ognuno di questi elementi, con le sue peculiarità, contribuirà a creare la bevanda che forse, renderà migliore la mia giornata. Gorgoglio e l’aroma che si sprigiona, spengo il fuoco.
Mi accomodo, attento a non far cadere niente sul divano, la tazzina fumante tra le dita.” Dice Luca Di Quarto.
E io penso solo al caffè ossessivamente.
Me lo faccio pure un caffè.
E continuo a leggere ed appare la TV.
Ed eccoli, chiari di fronte a me i Blur, quelli degli anni dell’università, da ascoltare sempre e di brutto.
So give me coffee and TV
Peacefully
I’ve seen so much, I’m going blind
And I’m brain-dead virtually
Sociability
Is hard enough for me
Take me away from this big bad world
And agree to marry me
So we can start over again
Questa canzone l’ho scoperta oggi: Isaac Delusion, Distance.
Per ascoltarla la devi buttare a palla (a palla!!!) nella cuffia e non pensarci, per un po’.
You feel getting closer to the edge
But you don’t know on wich side you stand
The beginning might just be the end
A point of view that will never be shared.
Il calcio nello stadio più alto del mondo di Lorenzo Pini
Io nemmeno riesco a camminare per strada a La Paz.
E quindi la canzone più giusta, è una ed una solamente: Nessuno allo stadio, EELT, 1994, sigla di Mai dire Mondiali.
Nessuno sugli spalti, nessuno in panchina,
Nessuno palleggia, nessuno che moviola.
Nessuno allo stadio, nessuno bagarino,
Nessuno realizza, nessuno fluidifica:
Nobody at the stadium.
Turchia: giornalisti dentro, criminali fuori di Murat Cinar
Lo so, apparentemente non c’entra proprio nulla Jovanotti con questo bel pezzo di Murat Cinar.
Ma io leggevo e continuavo a ripetermi: no justice, no peace. No justice, no peace.
E mi sono chiesta: ma che canzone era? E lì a cercare. E trovo Jovanotti. E la metto qui.
Lo, apparentemente non c’entra niente.
Questa storia che ho detto con la
Rima baciata non so forse neanche io perché ve l’ho raccontata
Forse il centro di tutto è quella mano che mio padre mi appoggiò
Sulla testa questo è quanto mi resta un ricordo profondo grande
Come il mondo questo gesto che mio padre ebbe il cuore di fare
Questo gesto d’amore mille volte più potente di un pugno in
Questa notte di giugno in cui scrivo mi fa essere vivo pronto ad
Essere padre a mia volta e a spiegare a mio figlio bambino come
Ogni destino si unisce si confonde e si intreccia in comune con
Le altre persone gli dirò che ogni schiaffo e ogni pugno che è
Dato ogni piccolo diritto che nel mondo è violato è una ferita
Per tutti gli esseri della terra e finché non see’è giustizia ci
Sarà sempre guerra
No justice, no peace
Lettera di un neo papà dalla quarantena di Salvo Spitalieri
“Sicuramente nei primi giorni non immaginavo uno scenario simile, oggi però mi chiedo perché tra gli invisibili di questa emergenza ci siano anche i più piccolini, i bambini che appartengono, per intenderci, alla prima infanzia. Pochi sanno che quello che accade a un bambino nei primissimi anni, come viene incoraggiato, con chi si relaziona, come trascorre il tempo, è determinante per la sua crescita e per il suo comportamento da adulto.”
It’s not time to make a change
Just sit down, take it slowly
You’re still young, that’s your fault
There’s so much you have to go through
Find a girl, settle down
If you want you can marry
Look at me, I am old, but I’m happy
Solo questo.
I due volti dell’eccezione Portogallo di Marcello Sacco
“Ci sono un paio di difetti nel manico di questo ragionamento. Il primo è un problema di product placement per corrispondenti e inviati stranieri in Portogallo. Come inserire notizie dalla marginale, sia pur simpatica, Lisbona all’interno di una narrazione mondiale sempre più monopolizzata da crisi globali? Lavorando sull’eccezione.”
È sempre interessante leggere il punto di vista di Marcello Sacco e il suo modo semplice e diretto di porre quesiti, dubbi e ritmi insoliti.
Per questo, ho scelto un ritmo insolito, anche per accompagnare il suo pezzo.
How do I know? I read it in the Daily News
Don’t try to make me change my mind with facts.
Covid19, vitale l’accesso all’acqua ma il diritto troppo spesso è cancellato di Alessio Di Florio
In questi giorni, anche dai progetti che sto seguendo in Africa e in America Latina, la richiesta è pressante e l’acqua è un privilegio di pochissimi.
L’acqua, semplice come il più meraviglioso dei misteri.
L’acqua, il più scontato (qui da noi) dei diritti.
Vorrei essere come l’acqua
che si lascia andare,
che scivola su tutto,
che si fa assorbire,
che supera ogni ostacolo
finche’ non raggiunge il mare
e li si ferma a meditare
per scegliere
se esser ghiaccio o vapore,
se fermarsi o
se ricominciare…
Migranti e braccianti, l’emergenza sanitaria nei campi agricoli
Il nuovo podcast di Sentiti Libera, a cura di Matilde Vannella e Silva Almacolle, con l’intervista a Marco Omizzolo
Ci prepariamo al primo maggio, con le storie dei migranti e dei braccianti durante l’emergenza sanitaria.
Compagni, dai campi e dalle officine
Prendete la falce, portate il martello
Scendete giù in piazza, picchiate con quello
Scendete giù in piazza, affossate il sistema
Covid-19: cronache dalla Fortezza Bastiani 6
“Fatta la tara, eliminata la retorica, sempre insita in queste dimostrazioni di affetto, conforta comunque sentirsi al centro delle attenzioni di così tante persone. Piano piano ringraziamenti e riconoscimenti sono stati richiesti, giustamente, anche da altre figure professionali come i trasportati, gli addetti alla nettezza urbana, i commessi nei negozi ancora aperti, gli operai delle fabbriche ancora in funzione, i panificatori, i contadini, i volontari.”
Thank You.
Festival dei diritti umani dal 5 al 7 Maggio, tutti inclusi!
Q code Magazine, media partner.
Il video è bellissimo, mi sono appassionata alla colonna sonora, per questo ve lo metto qui.
Ogni mese tutte le canzoni (o quasi) potrete trovarle raccolte in una playlist su Spotify!
E, come sempre, Que Viva la musica!