Il mese in musica – Ottobre 2020

di

31 Ottobre 2020

Sicurezza e accoglienza nei campi profughi: chi controlla i controllori? Di Francesca Merz

Ho letto con attenzione l’analisi di Francesca Merz.
E son qui, un po’ basita e un po’ in cerca di aiuto.
Help!

And now my life has changed in oh so many ways (and now my life has changed)
My independence seems to vanish in the haze
But every now and then I feel so insecure (I know that I)
I know that I just need you like I’ve never done before
Help me if you can, I’m feeling down

 

Gametrification di Laura Filios e Marta Meroni

Quando ho letto “rigenerazione urbana” ho pensato ad una canzone che ho ascoltato qualche giorno fa e che aveva un titolo veramente ironico (guardato ora, nel mezzo di questa assurda situazione) “I hope this year is better than the last”.
Il pezzo di Filios e Meroni parta di “GameTrification, il gioco della rigenerazione urbana ideato per mettere a confronto diverse visioni e interessi che ruotano intorno ai processi di cambiamento che investono le città. Un dispositivo ludico per avvicinare gli abitanti di un quartiere a decisioni che riguardano tutti ma che normalmente vengono calate dall’alto.”

E così ho messo insieme tutto, le persone, i sogni, il calore di un abbraccio e pure il Giambellino. E, dentro questi grandi processi di cambiamento, ho intravisto le persone, sempre così fuori dai grandi processi e sempre più dentro alla più intima (e auspicata) rivoluzione personale, che magari inizia così, inizia dicendo: speriamo che il prossimo anno sia migliore di quello appena passato.

I get tired around this time
I blame it on the cold daylight
Bring your arms around me fast
Warm my bones and fill my glass
God, I hope this year’s better than
The last

Vignette, rappresentazioni e performance del bravo studente immigrato di Valentina Migliarini

Il pezzo di Valentina Migliarini ci porta direttamente dentro questa canzone di Niccolò Fabi e lo fa analizzando le riflessioni scaturite da una antologia.

“I dibattiti creati dalle vignette tratte dall’antologia per la scuola elementare accadono in un momento di forte tensione per le relazioni razziali nel contesto italiano. Le opinioni date da alcune professioniste del settore della scuola fanno emergere l’urgenza per insegnanti e personale scolastico di ripensare e ristrutturare l’insegnamento della lingua italiana e le pratiche inclusive seguendo prospettive più radicali.

Occorrono delle politiche e pratiche didattiche che problematizzino il curriculum e le pratiche educative esistenti, con l’intenzione di avere informazioni e rappresentazioni più accurate di razza e diversità. Bisogna dunque creare una lente analitica dei modelli di inclusione educativa neoliberista che vedono i Neri e gli immigrati multilingue come deficitari e si concentrano solo su una visione individualistica e normativa dell’educazione.”

Io sono l’altro
Sono quello che spaventa
Sono quello che ti dorme
Nella stanza accanto
Io sono l’altro
Puoi trovarmi nello specchio
La tua immagine riflessa
Il contrario di te stesso
Io sono l’altro
Sono l’ombra del tuo corpo
Sono l’ombra del tuo mondo
Quello che fa il lavoro sporco
Al tuo posto

David Rossi, una storia italiana
Recensione di Luca Rasponi

Questa grafic novel scelta da Luca Rasponi mi ha sorpresa, una scelta molto interessante.
E così ardita sarà la scelta della sua colonna sonora.
Fabrizio De Andrè con la sua Preghiera in Gennaio, anno 1967.

Quando attraverserà
L’ultimo vecchio ponte
Ai suicidi dirà
Baciandoli alla fronte
Venite in Paradiso
Là dove vado anch’io
Perché non c’è l’inferno
Nel mondo del buon Dio

Nagorno-Karabakh, un viaggio fra storie minori di Maria Izzo

Prima di tutto come ve lo dico che leggere Maria Izzo è un’esperienza bellissima?
Ve lo dico così: leggere di questa terra che forse non esiste è stato come quando ci si mette lì, a gambe lunghe sul divano e si ascolta Culodritto di Guccini.
Un racconto affascinante, un susseguirsi di fatti, di parole incastrate perfettamente una con l’altra.

Anche se non avrai le mie risse terrose di campi, cortile e di strade
E non saprai che sapore ha il sapore dell’ uva rubato a un filare,
Presto ti accorgerai com’è facile farsi un’ inutile software di scienza
E vedrai che confuso problema è adoprare la propria esperienza…
Culodritto, cosa vuoi che ti dica? Solo che costa sempre fatica
E che il vivere è sempre quello, ma è storia antica, Culodritto…

Kashmir underground di Simone Mestroni

Il long form realizzato da Simone Mestroni è veramente bello.
Ci sono i fatti.
Ci sono le immagini.
C’è anche la poesia.

Volevo trovare qualcosa che accompagnasse la lettura, come una coperta, di quelle che si aggiungono al letto nei cambi di stagione, avete presente?
Ho trovato un pianista dolcissimo, incantevole, si chiama Yiruma.
Buon ascolto.

Le buone castagne di Enzo Mari di Angelo Miotto

Il racconto di un ricordo, il suono dolcissimo di una voce.
E così, la bella pagina del direttore Angelo Miotto, mi ha fatto ripensare a questa canzone di Rino Gaetano. Come se parlare del proprio mestiere e aprire la porta della propria casa, fosse sempre un po’ una storia d’amore. Una storia raccontata con amore.

E a mano a mano vedrai con nel tempo
Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ti aveva rubato
Che torna fedele
L’amore è tornato

Bolivia, ritorno al futuro di Andrea Cegna

A volte bisogna celebrare le terre lontane.
Oggi celebriamo la stupenda Bolivia.

Porque Bolivia es el trabajo y la esperanza de crecer
Son los niños, son los campos, es lo que hagas tú nacer
Si es que crees en mi canto, haz de Bolivia tú también
Y ven a unir conmigo tu esperanza y tu fe
Riégame de lluvia
Siémbrame semillas
Y mira cómo crecen en mí los campos de Bolivia

Fresche di stampa #21
Podcast a cura di Sentiti Libera

Terra mia, si chiama la proposta di legge che riguarda gli eco reati proposta dal ministro Costa.
Terra mia è una proposta ferma lì, non ancora approvata.
Terra mia è una bellissima canzone di Pino Daniele.

Terra mia, terra mia
Comm’è bello a la penzà
Terra mia, terra mia
Comm’è bello a la guardà

Nigeria, la rabbia e l’orgoglio di Milena Nebbia

“Quando ero in Nigeria – racconta Joseph Etumonu, 25 anni, in Italia da tre, residente nel Trevigiano – mi rendevo conto che non era importante quanto eri intelligente o se dicevi una cosa giusta, nessuno ti voleva ascoltare, specie se eri giovane. Raccontano che noi giovani siamo il futuro del nostro paese, ma è la stessa cosa che dicevano a mio padre, invece non è cambiato nulla, nessuno ti ascolta.”

Leggendo il pezzo di Milena Nebbia ho visto negli occhi i ragazzi e le ragazze, la loro gioventù, quello sguardo che ti inchioda, che ti chiede conto che ti chiede Save me.
E così ho trovato questo giovanissimo cantante, si chiama JAS e mi sembra la colonna sonora perfetta.

Riportando tuttƏ a casa: riprendersi la programmazione economica in epoca di pandemia di Clara Capelli

Ho trovato questa narrazione economica veramente affascinante, nonostante io non capisca nulla di economia, il centro è qui: “In questa puntata del Glossario si vuole (…) rivolgere l’attenzione alla predisposizione del piano di progetti e riforme che l’Italia dovrà presentare per l’erogazione dei fondi.” E attorno il “viaggio” organizzato da Clara Capelli è molto affascinante e mi lancia anche un prodigioso assist verso i Modena city Ramblers, andrò lì a cercare la colonna sonora, dentro a questo album del 1994.

E niente, alla fine il poeta muore.

Se dovessi cadere nel profondo dell’Inferno
Dentro un fiume nero come l’inchiostro
Rotolare perduto tra i sacchi di immondizia
In un baratro senza ritorno
Se dovessi sparire nei meandri della terra
E non vedere più la luce del giorno
Ma è sempre soltanto la stessa vecchia storia
E nessuno lo capirà
Ma lasciatemi qui nel mio pezzo di cielo
Ad affogare i cattivi ricordi

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