About us
Conversazioni attorno al sentirsi italiani di Christian Elia e Gabriella Grasso
Apertura super pop per questo mese di musica, con una hit di Pink che mi rimane sempre in testa quando passa in radio. Mi rimangono in testa le domande, mi rimane quel senso di perdita del futuro o di conquista del presente, non lo so nemmeno io.
What about us?
What about all the times you said you had the answers?
What about us?
What about all the broken happy ever afters?
What about us?
What about all the plans that ended in disaster?
What about love?
What about trust?
What about us?
Sentiti libera. Il futuro del carcere dopo il Covid-19 a cura di Sofia Nardacchione
La pandemia di Covid-19 ha fatto emergere una pluralità di problemi prima lasciati irrisolti. Tra questi, ci sono anche quelli legati al carcere che, come molti altri istituti è stato oggetto di dibattito su aspetti finora non considerati: il sovraffollamento, le disuguaglianze, i diritti dei detenuti. Aspetti a cui se ne sono aggiunti altri: tra questi, la riduzione del personale e il blocco dei contatti esterni, che hanno portato a rivolte all’interno delle carceri.
Questo è il contenuto del podcast a cura di Sofia Nardacchione e, prima di far partire le voci di Federica Chirico e Patrizio Gonnella, ascoltiamoci questo capolavoro di Bob Dylan scritto nel 1967.
Per chi vorrà c’è anche una splendida versione di Nina Simone.
Standing next to me in this lonely crowd
Is a man who swears he’s not to blame.
All day long I hear him shout so loud,
Crying out that he was framed.
I see my light come shining
From the west unto the east.
Any day now, any day now, I shall be released.
Israele, il fronte del no a bibi di Fiammetta Martegani
Fiammetta Maregani ci porta per mano dentro quattro storie di quattro donne israeliane che immediatamente mi hanno fatto tornare alla mente questa canzone potentissima e magari poco conosciuta di Janis Joplin, anno 1967.
Women is losers
Women is losers
Women is losers, Lord, Lord, Lord, Lord!!!
So I know you must have heard it, Lord,
Everywhere
Men always seem to end up on top, oh!
Il paradosso green del Costa Rica di Alice Buhagiar
Il paradosso del Costa Rica è uno dei paradossi più assurdi nella vita dell’America Latina e così, di fronte ad un sopruso, ho deciso di reagire con un regalo, una perla mesoamericana, una voce che arriva direttamente dal cuore del Costa Rica: Walter Ferguson.
Bisogna chiudere gli occhi, immaginarsi sotto ad un portico in banano, sdraiati su un’ amaca, colorata e la brezza dell’oceano e niente di più.
Anche i sono Christiane F. di Gabriele Nunziati
Nel pezzo di Gabriele Nunziati si legge:
“Con la decisione di uccidersi, Tatafiore lega inconsapevolmente la propria storia a quella di Christiane, la protagonista del libro che aveva tradotto molti anni prima. La dipendenza da sostanze stupefacenti, per quanto assurdo possa sembrare, rappresenta il suicidio e l’opposto del suicidio stesso.
Infatti, “i percorsi di dipendenza sono una forma di rinuncia, un arrendersi rispetto al fronteggiamento del male, una forma di resa ma anche di difesa.”
Un parallelismo che mi ha colpita e sulle prime volevo ripercorrere la colonna sonora del film, ma poi ho deciso di indagare dentro ad altre canzoni alle quali non avrei mai attribuito un legame diretto con l’uso di sostanze e, tra le tante, ho trovato “Under the bridge”. Buon ascolto, buon viaggio nel tempo.
I don’t ever wanna feel
Like I did that day
Take me to the place I love
Take me all the way
Divisi dal Covid: l’area post-jugoslava e la sfida della pandemia di Francesca Rolandi
L’accuratissima analisi di Francesca Rolandi mi ha fatto pensare ad una storia d’amore, di quelle che non vanno benissimo, di quelle magari anche difficili, complicate dalle distanze, rese impossibili dalle incomprensioni.
Ho scelto un pezzo di Emily King, bravissima cantante di New York e il pezzo Distance.
Oh, love is always better
When we take time to get back to who we are
When we are apart
Distance makes the heart grow
Il mediterraneo e la sua bandiera di Alessandra Chiappori
Non avevo idea che esistesse una bandiera de Mediterraneo, è stata una felice scoperta fatta leggendo il pezzo di Alessandra Chiappori e così una canzone su tutte mi è venuta in mente: Flag di Xavier Rudd, un pezzo prezioso, una piccola storia, una storia universale.
Coming with his own designs, his own style, his own awakening
He told me yes he can forgive, but he can never forget it
Weapons always close to hand, for he has seen too much hatred
Only weapon that he chooses is love, universal call now for justice
And I’ll keep keep on waving this flag, cover my head, cover my back now
And I’ll keep keep on waving this flag, cover your head, cover your back now
People keep on waving this flag, cover your head, cover your back now
Sentiti libera. 2 Agosto 1980, quarant’anni dalla strage di Bologna a cura di Sofia Nardacchione
Una storia senza colpevoli.
Una canzone da ascoltare anche mille volte.
Corri e ferma quel treno, fallo tornare indietro
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