Quasi sempre le Alpi sono scelte come cornice estetica da fiaba, sia nella narrazione turistica che in quella cinematografica. Tuttavia le Alpi sono anche contenitori di storie e luoghi dove la forza degli elementi naturali mette a nudo gli aspetti più nascosti delle relazioni sociali e familiari. In questo articolo è proprio a questo “lato B” delle Alpi che si rivolge l’attenzione, grazie a tre film che danno una chiave di lettura meno scontata di queste montagne. Il vento fa il suo giro è ambientato nella Valle Maira, ovvero nelle Alpi occidentali in provincia di Cuneo. La prima neve nella Valle dei Mocheni, in Trentino. Forza maggiore invece nelle Alpi francesi, più precisamente nella località sciistica di Les Arcs, in Savoia.
1. Il vento fa il suo giro (2005, regia di Giorgio Diritti)
La vicenda è ambientata nella Valle Maira, una delle valli occitane della provincia di Cuneo, a 1.300 metri di quota nel paesino di Ussolo, frazione di Prazzo. Nel film non viene citato il nome reale del paese. Si fa invece riferimento a Chersogno, nome di fantasia. Alle riprese hanno partecipato anche abitanti del luogo.
La vicenda: nel paesino di Chersogno resiste all’inverno una piccola comunità di anziani di lingua occitana, isolati dal resto della vita da chilometri di curve. Un giorno Philippe, giovane forestiero, arriva quassù con il desiderio di trasferirsi insieme alla famiglia. I dubbi degli abitanti, alimentati da una certa chiusura verso l’estraneo, sono molti, ma la speranza di vedere un timido inizio di ripopolamento ha la meglio e l’amministrazione comunale si adopera per trovare a Philippe una casa in affitto. Con l’arrivo dei nuovi inquilini l’equilibrio di Chersogno si rompe: Philippe non sempre si mostra rispettoso e diviene sgradito alla maggioranza degli abitanti, che si lasciano andare a boicottaggi più o meno leciti. Il finale rivela quanto può essere amaro il destino in questa zona della Valle Maira.
2. La prima neve (2013, regia di Andrea Segre)
Una storia di immigrazione e amicizia sulle montagne del Trentino, ai piedi della valle dei Mocheni.
La vicenda: il film racconta la storia di Dani, un uomo nativo del Togo e arrivato in Italia per sfuggire alla guerra in Libia, che non ha mai visto nevicare. Nella piccola comunità in cui vive, tra artigiani ed apicoltori, Dani riuscirà a riscoprire la sua paternità perduta attraverso il piccolo Michele, un ragazzino del posto che da poco è rimasto orfano del padre. La condivisione del lutto fa nascere un’amicizia che si nutre dei paesaggi e dei boschi del Trentino, fino alla caduta della prima neve, un elemento del tutto sconosciuto a Dani.
3. Forza maggiore (2014, regia di Ruben Östlund)
L’attenzione del regista si è concentrata in questo caso non tanto sulla particolarità del luogo (siamo in una stazione sciistica ben nota delle Alpi Francesi, Les Arcs), quanto sui risvolti psicologici che una valanga può provocare all’interno di una famiglia.
La vicenda: una famiglia svedese fa una vacanza sulla neve nelle Alpi francesi. Nel corso di un pranzo su una terrazza di un ristorante in quota, adiacente alle piste di sci, una grossa valanga scende dal canalone e mette tutti in fuga, ad eccezione della madre che istintivamente protegge i figli. Il padre altrettanto istintivamente fugge via, prendendo con sé solo i guanti e l’iPhone. La valanga si arresta poco prima di provocare un disastro, ma ormai le dinamiche familiari risultano profondamente cambiate dalla diversa reazione di fronte alla minaccia. L’idilliaca prospettiva di una vacanza sulla neve di una famiglia ricca si trasforma in un’esperienza paradossale, dove i dubbi e le frizioni prendono il sopravvento.
Articolo ripreso da www.meteotrip.it