L’inferno degli inferni è un nome che non lascia scampo. Il nome di uno scoglio bretone che manda in frantumi imbarcazioni e vite umane, sogni e speranze.
Ar-Men però non è solo uno scoglio. È anche un faro, «il più difficile da raggiungere di Bretagna, e quindi del mondo».
Ar-Men è un luogo ostile e isolato, dove la vita può ricominciare dopo aver toccato il suo punto più basso.
Lo sa bene Germain, protagonista di un dramma familiare che ha lasciato cicatrici profonde. E lo sa anche Louis, che ha deciso di abbandonare il mondo dopo aver conosciuto gli orrori della Seconda guerra mondiale.
Questi due uomini sono i personaggi principali di Ar-Men. L’inferno degli inferni – graphic novel di Emmanuel Lepage pubblicato in Italia da Tunué – insieme al faro che dà il titolo all’opera.
Un luogo in cui persone in fuga dal mondo riescono a indicare la rotta a chi rischia di perderla. In cui proprio sopra uno strumento di pericolo e morte (lo scoglio) si erge un presidio di luce e speranza (il faro).
Il pensiero va subito a quei pochi che ancora si ergono, nella notte buia dell’Italia e dell’Europa, per dare una speranza concreta di salvezza a coloro che attraversano il Mediterraneo.
Perché la legge del mare non ammette distinzioni. La furia della tempesta non ha pietà di nessuno, così come l’interminabile susseguirsi dei flutti è in grado di inghiottire anche il navigatore più esperto.
Leggendo il racconto poetico e divinamente illustrato di Lepage, si è letteralmente inghiottiti dalle storie, che nell’isolamento della vita sul faro si susseguono una dentro l’altra come parti di una matrioska.
Le vicende di Germain e Louis si intrecciano a quella fantastica della città sommersa di Ys e alla storia di Moïzez, primo guardiano del faro. Fino a quando tutto si mostra, come in un ideale sguardo dall’alto, incastonato nella storia più grande di Ar-Men, dalla sua costruzione nel XIX secolo fino ai giorni nostri.
Il mare fa da cornice a queste vicende con la sua forza implacabile, con quella suprema indifferenza di una natura che colpisce terribilmente, ma sa offrire anche occasioni di catarsi e riscatto.
Ar-Men è un graphic novel da leggere a guardare avidamente, lasciandosi rapire dall’atmosfera magica che pervade ognuna delle quasi cento pagine di grande formato, tra colori distribuiti sulla tavola con sapienza pittorica.
Perché magari non siamo stati in Bretagna, ma Ar-Men è un luogo che esiste da qualche parte dentro ciascuno di noi. Ed Emmanuel Lepage, forse, gli ha “soltanto” dato forma attraverso la sua arte, la vita di Germain e quella del faro. Che non a caso si concludono insieme.