Etichette, il reportage di Zerocalcare dal Kurdistan iracheno

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9 Agosto 2021

Il racconto per immagini pubblicato su Internazionale

A sei anni di distanza dall’uscita di Kobane calling, primo di una serie di reportage dedicati al Kurdistan siriano, Zerocalcare torna a occuparsi con un nuovo lavoro delle travagliate vicende del popolo curdo.

È uscito a metà luglio su Internazionale, infatti, il racconto grafico di 34 pagine Etichette, resoconto della (tentata) visita al campo profughi di Makhmour, nel Kurdistan iracheno, da parte dell’autore di Rebibbia.

Questa storia breve, tra l’altro, potrebbe essere soltanto la prima testimonianza del viaggio di Zerocalcare in Iraq, visto che sul suo profilo Facebook l’autore ha scritto:

“Il grosso del viaggio riguardava Shengal ma per quello mi servono un botto di pagine in più e quindi i tempi sono un po’ più lunghi”

Pur nella brevità del formato scelto per questo racconto, con la consueta semplicità Zerocalcare riesce a spiegare una situazione quanto mai intricata, anche dopo l’uscita di scena di Daesh dalla regione.

A spiegarlo a noi come all’autore è Heval Zagros, uno dei i leader della rete di sigle che riunisce il popolo curdo attraverso i confini dei quattro Stati in cui si estende il Kurdistan (Turchia, Siria, Iran e appunto Iraq).

Zagros spiega a Zerocalcare quello che già sa molto bene chi segue abitualmente gli sviluppi della contesa relativa a questa regione. Cioè che la Turchia non solo continua a perseguitare i curdi nel proprio territorio e in Siria, ma che già da tempo ha esteso la propria offensiva anche al nord dell’Iraq.

La volontà di annientamento che sembra animare l’esercito di Erdoğan, tuttavia, non è diretta soltanto e semplicemente al Pkk, il Partito curdo dei lavoratori che Ankara considera un’organizzazione terroristica, così come gli Stati Uniti e l’Unione europea.

L’obiettivo, dice Zagros, è infatti proprio il confederalismo democratico, ovvero il sistema di organizzazione politica e sociale transnazionale adottato dai curdi, che prevede tra l’altro partecipazione dal basso, liberazione delle donne, convivenza pacifica tra religioni e culture.

Sulla scorta di queste riflessioni, che integrano e inquadrano in modo più ampio anche le vicende narrate in Kobane calling, il gruppo di cui fa parte l’autore visita il campo profughi di Makhmour, senza tuttavia riuscire a entrarvi.

L’esercito iracheno, infatti, nega ai visitatori l’accesso al campo, senza però riuscire a impedire a una delegazione delle persone che ci vivono di uscire per incontrare gli “occidentali” in visita.

Il racconto che segue è un confronto duro e senza fronzoli sulle condizioni di vita nel campo, sulle origini dell’insediamento e sul perché sia comune interesse della Turchia e dell’Iraq che di Makhmour non si parli. Anzi, che si cerchi di piegare la resistenza degli abitanti con un rigido embargo e con le bombe sganciate dai droni turchi.

Ancora una volta, dalle pagine di Zerocalcare emergono la dignità e la fermezza con cui i curdi resistono allo spietato accerchiamento cui sono sottoposti, completamente dimenticati dal mondo nonostante il ruolo decisivo avuto nella sconfitta di Daesh sul campo.

Come al solito, l’umorismo di Zerocalcare che fa capolino tra una vignetta e l’altra non svilisce o banalizza le storie narrate e le vite delle persone incontrate, protagoniste di una lotta quotidiana per la propria sopravvivenza.

Alla riuscita complessiva del lavoro contribuiscono anche le mezzetinte grige acquarellate realizzate per l’occasione dal fumettista spagnolo Alberto Madrigal, compagno di scuderia di Zerocalcare alla Bao.

Ovviamente non poteva mancare, viste le modalità rocambolesche con cui è maturata questa nuova collaborazione tra i due autori, il fumettista di Rebibbia non poteva farci mancare una divertente storia breve in merito.

Dopo questa prima uscita non c’è che da attendere le prossime puntate di questo reportage, per capire se anche Shengal e il Kurdistan iracheno saranno protagonisti di un nuovo volume di Zerocalcare, da aggiungere alla libreria del graphic journalism italiano.