di Luca Rasponi
31 Maggio 2018
Il graphic novel “Macaroni!” (Coconino) di Thomas Campi e Vincent Zabus è una storia di migrazione italiana in Belgio attraverso un’intensa vicenda familiare
Quanti di noi hanno un nonno o uno zio emigrati in Belgio per lavorare nel dopoguerra? La tragedia di Marcinelle ha colpito tante famiglie italiane, ma ancora di più sono quelle che hanno da raccontare ordinarie storie di migrazione, spesso umanamente difficili al di là del duro lavoro in miniera.
Non è facile sintetizzare in un graphic novel la complessità di queste vicende: la povertà dell’Italia nel dopoguerra, il patto uomo-carbone, le difficoltà linguistiche e d’integrazione dei migranti, il ritorno nel nostro Paese o la scelta più o meno sofferta di rimanere in Belgio.
Proprio per questo, con Macaroni!, gli autori Thomas Campi e Vincent Zabus scelgono una strada completamente diversa dal racconto d’insieme.
La loro è una storia familiare, che dalle relazioni tra tre generazioni di personaggi fa emergere faticosamente il passato del nonno Ottavio, vero protagonista del racconto insieme al nipote Roméo.
Adottare il punto di vista di un bambino, che scopre un po’ alla volta le sofferenze e le privazioni che hanno reso il nonno un anziano burbero e intrattabile, aiuta il lettore a rivivere quei frangenti senza abbandonare il proprio punto di vista, che inevitabilmente affonda le radici nella contemporaneità di generazioni alle quali è mancato poco o nulla.
L’apparente semplicità del risultato, però, non deve ingannare: la sceneggiatura di Zabus nasce infatti da un travagliato processo di stesure e riscritture che ha impegnato l’autore per anni, nel tentativo di adattare il testo a diversi mezzi di comunicazione – teatro e fumetto – oltre che di offrire una sintesi efficace delle vicende narrate.
L’immediatezza, del resto, meglio si adatta alle tavole di Campi, meravigliosi dipinti in cui i ricordi del nonno Ottavio assumono le sembianze di fantasmi – neri come i fumi della miniera – che aleggiano nella vecchia casa belga in netto contrasto con i colori solari dell’ambiente esterno.
Il rimpianto per qualcosa sfuggito per sempre, il rancore nei confronti della moglie ormai morta, la solitudine associata all’incapacità di comunicare con gli altri – compresi i suoi familiari – rendono l’anziano italiano un personaggio profondamente tragico.
Solo l’ingenua verve del nipote – suo ospite per una settimana quando il padre deve risolvere problemi familiari non meglio specificati – sembra in grado di smuovere Ottavio dalla sua stasi intrisa di rabbia.
Si crea così quella singolare alchimia tra nonno e nipote, che allo stesso tempo ha qualcosa di universale. Come se, “saltando” una generazione e diminuendo la quantità di vissuto comune, sia possibile superare antichi rancori, sciogliere certi blocchi che albergano nelle profondità dell’animo.
Non sarà certo una settimana con Roméo a riscattare la vita di Ottavio. Ma da quei giorni passati insieme – prima controvoglia, poi in pieno conflitto, infine addirittura in confidenza – il bambino capirà tante cose che lo aiuteranno a crescere con maggiore consapevolezza.
E l’anziano si renderà conto che forse non tutto è perduto, che non tutti intorno a lui sono “Maledetti!” (le espressioni italiane sono frequenti anche nel testo originale), e che forse la sua vita così dura e priva di soddisfazioni è servita per lo meno a regalare qualcosa a chi è arrivato dopo di lui.
Macaroni! è una lettura che emoziona e coinvolge anche chi non ha una storia di migrazione in Belgio all’interno della propria famiglia.
Proprio per questo, è consigliata – se non addirittura d’obbligo – per chi ha conosciuto queste vicende dalla viva voce di un parente o di un amico.
L’importanza di questa storia oggi, in ogni caso, non è riducibile a un solo perché. È vero, Campi e Zabus ci narrano una storia familiare sulla difficoltà di comunicare, sulla potenza anche negativa che le relazioni parentali possono avere sulla nostra vita.
Ma Macaroni! è anche – ovviamente – una vicenda di migrazione, attuale come non mai di fronte al disprezzo continuo che sentiamo esprimere nei confronti di chi affronta il Mediterraneo alla ricerca di un futuro migliore per sé o la propria famiglia.
E poi è una piccola riflessione sull’etica del lavoro, nel confronto tra una generazione che non ha conosciuto nient’altro e una che invece lo considera un fastidioso contrattempo in una vita da vivere al massimo, salvo poi doverci fare i conti una volta raggiunta l’età adulta.
C’è anche un po’ di politica, affrontata con insospettabile ironia da chi ha dovuto subire le decisioni scellerate che portarono l’Italia nella seconda guerra mondiale, con le conseguenze che tutti conosciamo.
E infine c’è l’Italia, mai vista se non nelle pagine finali, ma di volta in volta rimpianta, sognata, ricordata come un luogo bellissimo in confronto al grigiore della dura vita in Belgio, tra i “Macaroni!” rivolti dai belgi agli italiani.
Questo graphic novel lascia una sensazione strana, perché al peso delle ingiustizie sociali e delle difficoltà personali in grado di condizionare una vita intera – anche giovane e nel presente – fa da contraltare l’idea che in quelle stesse difficoltà, a volte, si possa trovare lo spunto per andare avanti.
Una cosa è certa però: per guardare il mondo con la freschezza degli occhi di Roméo è necessario prima fare i conti con il vecchio Ottavio, sinceramente e fino in fondo. Solo allora, invece di un maliconico ritorno a una casa perduta per sempre, il viaggio verso l’Italia saprà di scoperta delle proprie radici.