29 Ottobre 2018
Un enorme giacimento di gas, danni sottovalutati per anni, una battaglia civile
Qui, nel nord dell’Olanda, ho trovato un Davide e c’è un Golia. Davide è una città di 200mila abitanti, di cui almeno un quarto studia all’Università e più di un terzo si muove in bicicletta. Davide è fatto di casette basse e colorate posizionate lungo una rete fittissima di canali e ponti levatoi. Il suo nome ufficiale è Groningen, e le persone che ci abitano sono educate e riservate.
A pochi chilometri di distanza da Davide ci sono delle campagne sconfinate abitate da mucche e cavalli. In direzione nord le campagne arrivano direttamente fino al Mare del Nord. Nelle campagne del Nord vive Golia.
Golia guadagna un sacco di soldi. Il giornalista olandese Kor Dwarshuis ha stimato profitti per circa 300 euro al secondo. E siccome i guadagni sono iniziati nel 1963, le cifre diventano difficilmente immaginabili. Il vero nome di Golia è NAM, ed è una compagnia che estrae gas dal giacimento di Groningen. Al suo interno ci sono giganti come Exxon e Shell.
Quello di Groningen è il più grande giacimento di gas d’Europa. Scoperto nel 1959, nel tempo ha fruttato circa due miliardi di metri cubi di gas. Insieme alla NAM, anche il governo olandese negli anni ha guadagnato molti soldi. Fare una stima è difficile, ma tra tasse e concessioni si parla di un fiume di denaro.
Solo che a partire dai primi Anni Sessanta la provincia di Groningen è stata colpita da un numero sempre più alto di terremoti di intensità via via crescente. Eppure l’Olanda non è una zona sismica. Dal 1959 ad oggi si sono registrati 1550 terremoti, di cui tre negli ultimi 20 giorni.
Oggi è dimostrata l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra i terremoti e l’attività lavorativa della NAM.
Nel frattempo più di cento case sono state abbattute perché considerate inagibili. Le abitazioni che son rimaste in piedi hanno visto crollare il proprio valore di mercato, per la disperazione delle circa 3500 persone che vi avevano investito i risparmi di una vita. Secondo uno studio indipendente condotto da Machiel Mulder, esperto di energia rinnovabile all’Università di Groningen, ad oggi sono stati spesi più di un miliardo e mezzo di euro per la riparazione delle case danneggiate.
Per questo gli abitanti si sono riuniti in un movimento di protesta contro la NAM.
Code Rood, che in olandese significa “codice rosso”, è il gruppo di attivisti che più si è impegnato nella lotta. Hanneke van Houten, portavoce del movimento, racconta di come Code Rood sia riuscita ad organizzare manifestazioni sempre più intense e partecipate, fino ad obbligare il governo ad ascoltare le proprie ragioni.
Nel gennaio del 2014 il governo olandese ha finalmente riconosciuto le interconnessioni tra la NAM e gli sciami sismici. Ha perciò imposto di interrompere le estrazioni entro il 2030 e di ridurle in maniera progressiva e significativa a partire già dal 2018. Il governo finanzierà inoltre coloro che hanno perso la casa per via dei terremoti.
Secondo il Professor Mulder non vi sarà un problema economico o di approvigionamento energetico dal momento che “questa provincia può contare su un vantaggio comparato notevole che consentirà una veloce e semplice transizione verso il rinnovabile”.
Groningen e la NAM sono Davide che vince contro Golia. E la fionda si chiama attivismo, società civile. Lo spiega fieramente Hanneke quando racconta della storia di Code Rood. “In effetti – dice – forse dovremmo cambiare simbolo e iniziare ad usare una fionda”. E nel frattempo se la ride.
foto di copertina: © Tim Wagner Code Rood Farmsum – dalla pagina facebook degli attivisti